Il progetto vincitore del concorso di idee sul porto presentato ieri a Marciana Marina dall’amministrazione comunale è certamente un passo avanti – e una vistosa marcia indietro – rispetto alle cartografie e alla ipotesi contenuta nel Piano Portuale scelta dalla stessa amministrazione comunale, respingendo sprezzantemente ogni osservazione di Legambiente.
Viene da chiedersi perché la Giunta Marinese non abbia fatto il concorso di idee quando, ormai molti anni fa, lo chiedevano Legambiente, la Minoranza Consiliare e il Comitato per il Porto, invece di infilarsi testardamente in un farraginoso, costoso ed opaco percorso amministrativo e progettuale che ha portato a partorire un Piano del Porto che contiene un’ipotesi distruttiva dell’ambiente e del paesaggio, corredata da un’ipotesi gestionale che sottrae alla comunità marinese la gestione di un bene comune.
Viene da chiederselo perché la tardiva marcia indietro della Giunta Comunale dimostra che ascoltando i consigli di associazioni ambientaliste, minoranza, forze politiche e cittadini ci si sarebbero potuti risparmiare sia una ingente spesa per un Piano da rifare, che anni di polemiche durante le quali il Sindaco si è distinto nel rigettare ogni proposta alternativa, bollandola come impraticabile o dannosa o frutto di pregiudizi “politici”. Che il Sindaco ora, dopo aver rivendicato per anni la paternità politica di un progetto devastante, la disconosca è un bene.
La bozza progettuale risultata vincitrice del concorso di idee alleggerisce e in parte elimina molti degli impatti paesaggistici e ambientali denunciati da Legambiente, Italia Nostra e Fai – gli stessi che fino a pochi mesi venivano giudicati poco più che invenzioni ambientaliste dall’Amministrazione Comunale - ma lascia aperte alcune ipotesi che non ci convincono, come l’impattante braccio a rientrare sulla diga foranea (pur ridotto in altezza) e l’ampliamente della passeggiata lungomare, un’inutile opera, visto che la passeggiata in estate è già chiusa al traffico, ma che sa tanto di “sanatoria” di fatto per qualche imbonimento abusivo. Così come permangono forti perplessità sui dragaggi ipotizzati e restano tutti i dubbi sulla protezione della costa da mareggiate ed erosione.
E’ chiaro che la marcia indietro della Giunta ha anche motivazioni elettorali per l’imminente rinnovo del Consiglio Comunale, ma è ancor più chiaro che questa ritirata strategica, iniziata già la scorsa estate, è il frutto della battaglia condotta da Legambiente – a cominciare dal blitz di Goletta Verde e dal coinvolgimento delle forze politiche regionali – e della ribellione di una parte fortemente maggioritaria dell’opinione pubblica marinese e degli ospiti estivi contro un’ipotesi portuale che alla fine è risultata impraticabile.
E’ anche normale che una questione importante come il porto sia centrale nella prossima campagna elettorale, ma proprio per questo ora sarebbe intollerabile una qualsiasi forzatura amministrativa e politica rispetto all’iter urbanistico da riavviare: dopo le elezioni, chiunque sarà il nuovo Sindaco di Marciana Marina dovrà, se vorrà essere coerente con quanto successo in questo ultimo anno, riaprire necessariamente una discussione corale sul futuro del porto, dell’ambiente, del paesaggio e dell’economia marinese.
Noi ci saremo: marce indietro e ripensamenti confermano che Legambiente era ed è nel giusto nel chiedere che venga realizzato “un Porto per il Paese e non un Paese per il Porto”.
Invitiamo la Regione Toscana a prendere atto del “cambio di rotta” marinese e ad avviare con la prossima Amministrazione Comunale l’iter per giungere ad un progetto condiviso di porto davvero “verde” e sostenibile, come chiesto dal Consiglio Regionale della Toscana.