Oltre a quella sanitaria sembra dunque profilarsi per la imminente estate un’altra emergenza: quella idrica.
Ce lo fanno sapere gli esperti di ASA.
Non è nuova ma antica questa emergenza.
La siccità estiva esisteva anche quando di cambiamenti climatici e riscaldamento globale non si parlava ,in era preindustriale.
Il sottoscritto se lo ricorda bene essendo arrivato, lo spero, alla prossima siccitosa estate che è la numero settantuno.
Negli anni cinquanta del secolo passato ricordo estati roventi e siccitose come pure inverni assai freddi (nevicata, freddo e ghiaccio che perdurarono per tre mesi nel 1956).
Nel secolo scorso, in quegli anni, alla siccità si faceva fronte sia con acqua tirata su col secchi (volgarmente bugliolo) dai pozzi privati che con acqua portata dalle bettoline.
Poi venne l’acquedotto sottomarino che si diceva avrebbe dovuto risolvere ogni problema idrico dell’Elba.
Purtroppo l’acquedotto sottomarino non ha risolto: acqua pare che ce ne sia poca da inviare dalla val di Cornia e vi sono state perdite del prezioso liquido sia nell’acquedotto sotto il mare che in quello di terra per la rottura dei tubi sottoposti ad eccessiva pressione idrica.
Dai nostri rubinetti oggi come nel passato continua ad uscire acqua potabile che per quanto mi riguarda non riesco a bere perché ha un cattivo sapore, forse perché piena di cloro.
Mi sembra di essere in buona compagnia vista la vendita di acqua in bottiglie che avviene nei supermercati col conseguente inquinamento per incremento di bottiglie di plastica in circolazione e con i guadagni di chi l’acqua la vende.
Ho trovato buona da bere l’acqua che è stata messa a disposizione da ASA dalla fonte pubblica a Portoferraio vicino a piazza Marinai d’Italia davanti alla banchina d’alto fondale: ne faccio perciò uso.
Molti amici non la trovano gustosa come me: de gustibus!
Questa acqua è però definita da ASA sui cartelli posti accanto alla fonte di erogazione come “acqua di alta qualità“ con ciò facendomi pensare che quella che esce dai rubinetti di casa non lo è di alta qualità.
In tutta questa vicenda “idrica elbana” ormai da troppo e tanto tempo nota a tutti gli elbani e le elbane c’è un aspetto paradossale.
L’isola è dovunque circondata da acqua: è quella del mare.
Potrebbe diventare potabile se dissalata.
Sin dal secolo scorso di un dissalatore si è parlato e mai realizzato per divieti e impatti ambientali vari.
Altrove, nel mondo,con i dissalatori hanno trasformato il deserto in giardino.
E’ proprio di questi giorni un convegno sul dissalatore.
Si può continuare ad andare avanti così con convegni e discussioni che nel tempo si ripetono?
Sono convinto della buona volontà, dell’impegno che ciascuno degli addetti ai lavori, dalle amministrazioni comunali ad ASA, mette in opera per far sì che questo servizio pubblico sia efficiente ma dopo tutto quello che è successo in questi anni è la fiducia a soffrirne.
Mi auguro che ogni soluzione che sarà intrapresa non ricada poi sulle bollette di noi consumatori che sono già alte.
Temo proprio questo: rincaro delle bollette.
Se i fatti saranno quelli annunciati e cioè quelli di una crisi idrica prossima ventura è lecito porsi la domanda: si può continuare ad andare avanti così?
La domanda mi pare pertinente particolarmente su un’isola come l’Elba dove il turismo estivo rappresenta la fonte economica più importante e la penuria idrica annunciata per la prossima estate non rappresenta un buon biglietto da visita per chi ha intenzione di venire all’Elba.
Gli operatori economici del settore non sono stati reattivi all’annuncio della crisi idrica prossima ventura: essi sanno già come farvi fronte?
Il problema sarà allora solo per i comuni cittadini residenti?
Anche loro, per adesso, non paiono particolarmente reattivi alla crisi idrica prossima ventura annunciata.
Chi vivrà vedrà.
Marcello Camici