Chi lavora e non custode...sempre stenta e mai non gode!
Quante volte, guardando gli alberi completamente defoliati dalle larve della Lymantria Dispar, mi è ritornato in mente questo proverbio che mi recitava la mia nonna! L’altro giorno percorrendo la strada del capannone lo spettacolo era a dir poco spettrale...
Per curiosità sono andata a leggere il mio vecchio libro di Entomologia dell’Università che letteralmente recita “le femmine depongono le uova...,ognuna ne può deporre fino ad un migliaio. Pur presentando una sola generazione annuale la specie può egualmente causare notevoli danni”. (Servadei, Zangheri, Masutti -Entomologia generale ed applicata-ed. Cedam).
Quindi se una singola farfalla può produrre fino a 1000 uova, avete idea di quanti bruchi saranno pronti per la prossima primavera a mangiarsi le nostre piante?
E veramente c’è qualcuno che pensa che un albero completamente defoliato non si indebolisca e non sia sottoposto più facilmente all’attacco di altri parassiti e degli eventi meteorologici avversi (vento, siccità, etc) anche nel caso in cui le foglie ricrescano?
Non so a chi spetta il controllo della situazione sanitaria dei nostri boschi, certamente anche a noi singoli cittadini, se non altro per stimolare gli enti a fare quello che dovrebbero fare da soli, so però che esiste un Assessorato Regionale alle foreste, un Servizio Fitopatologico Regionale sulla cui pagina webb si legge, in relazione all’infestazione di Limantria in Provincia di Arezzo, che si farà “La valutazione su di un possibile aumento o al contrario ridimensionamento degli attacchi di questo defogliatore nel prossimo anno, permetteranno, qualora necessario di predisporre interventi mirati di controllo a basso impatto ambientale”. Dell’Elba non si parla, qualcuno ha contattato le regione?
A Firenze inoltre c’è la Facoltà di Scienze Forestali con un corso specialistico di Entomologia Forestale.
Le competenze quindi ci sono ma vorrei sapere se qualche ente elbano ha interpellato uno o più esperti che siano tali veramente e non semplicemente qualche appassionato della materia (con tutto il rispetto per gli amanti dell’entomologia!).
Se non è già stato fatto, è necessario fare un piano di lavoro subito per prepararsi per tempo a combattere questo parassita nel modo più giusto. Ci vuole uno specialista che ci indichi le metodologie di lotta,che ci dica se si possono usare ferormoni e trappole, che effetti hanno i predatori sulle altre specie presenti, insomma che organizzi un piano di lotta alla Lymantria senza creare problemi alle altre specie ma salvaguardando questo nostro grande patrimonio boschivo che i nostri nonni ci hanno conservato.
Talvolta ripenso al film Rapanui che narrava la storia dell’isola di Pasqua i cui abitanti per fini politici e religiosi dilapidarono le risorse naturali dell’isola deforestandola per la costruzione dei Moai determinando una catastrofe ecologica.
Non possiamo permetterci di trascurare il nostro territorio, abbiamo avuto la fortuna di ricevere in eredità dai nostri vecchi un paradiso che ,grazie al lavoro e l’impegno di molti, è stato spesso migliorato e reso talvolta ancora più bello, abbiamo il preciso dovere morale di consegnarlo ai nostri figli intatto e preservato e di ricordarsi tutti la saggezza dei nostri nonni e, perché no, anche i loro proverbi: chi lavora e non custode...
Grazia Battaglini