Tappa suggestiva del progetto Vele Spiegate, l'isola di Montecristo ha accolto i naviganti delle imbarcazioni Aton e Topito (comandate da Alessio e Marco di Diversamente Marinai), con una festa di tonni e stenelle. Accolti nel porticciolo di Cala Maestra con simpatia da Luciana e Giorgio - custodi da nove anni - e dalla coppia di giovani Carabinieri Forestali del gruppo di Follonica dii stanza quindicinale in questo paradiso, i volontari di Legambiente sono stati poi accompagnati a Cala Maria per il consueto 'beach litter', vale a dire il monitoraggio scientifico della tipologia di rifiuti rinvenuti nei 25 mt lineari designati e per la raccolta di quanto restituito dal mare in tutta la cala.
La vecchia Oglasa, nonostante il difficile accesso e la protezione integrale, ha dimostrato di essere 'globalizzata' per quanto riguarda i rifiuti spiaggiati: plastiche e polistirolo anche qui, in modesta quantità solo per la periodica pulizia effettuata dai custodi; anche il 'marine litter', effettuato durante il periplo dell'isola, ha riscontrato una modesta presenza di plastiche galleggianti di piccole e medie dimensioni.
Affascinante l'affabulazione di Luciana, documentatissima su storia e leggende dell'isola di Dumas, da S. Mamiliano ai giorni nostri, compresi quelli del 1992 quando un diluvio d'acqua di alcuni giorni ampliò due strette lingue sabbiose creando le due spiagge visitate così come sono oggi. Non da meno il racconto di Giorgio sui progressi naturalistici di cui sono stati testimoni oculari negli anni successivi l'eradicazione del ratto nero (2011/2012) a cura di PNAT, Ministero dell' Ambiente e altri Enti, un' operazione di salvaguardia della biodiversità, sia vegetale e animale , riassumibile simbolicamente nella piena ripresa della nidificazione delle Berte Minori, con un migliaio di nidi a pieno regime di questo delizioso uccello pelagico dallo splendido canto. Dopo la prima notte senza inquinamento luminoso di alcun tipo (meraviglia di cielo stellato con una via lattea di lunghezza mai vista) una decina di miglia fino allo Scoglio d'Africa (Formiche di Montecristo) che, per il basso profilo degli scogli emersi, non ha mostrato materiali spiaggiati. Particolarmente avventuroso il ritorno in notturna a Montecristo, consigliato da uno scirocco previsto montante: l'assoluta assenza di riferimenti luminosi fino a pochi metri dalle boe di accesso, fino ai lampi delle potenti e provvidenziali torce dei giovani Carabinieri Forestali, ha fatto percepire per un prezioso attimo come potevano sentirsi gli argonauti descritti da Diodoro Siculo nel 1° secolo a.c.
CR