Mi permetto di scrivere ad un giornale che fa Cultura un breve pensiero a conclusione di quest’anno per sottolineare l’importanza di un aspetto della Scienza che ai più, soprattutto ahime ai giovani, è quasi del tutto passato inosservato.
L’anno 2017 ha infatti sancito un ulteriore successo di quella parte della Fisica che parla di relatività, un argomento così complesso e per molti astruso tanto da relegarlo sui media a piccoli trafiletti o, peggio, a banalizzazioni davvero curiose. Ma il 2017 ha segnato una svolta epocale.
Quest’anno, infatti, il prestigioso Premio Nobel per la Fisica è andato a tre scienziati (che rappresentano per una volta un’intera comunità scientifica) con la motivazione: “per il decisivo contributo al rivelatore LIGO/VIRGO e per l’osservazione delle onde gravitazionali”.
Purtroppo le onde gravitazionali rappresentano un concetto non semplice da spiegare, sicché diventa ancor più difficile farne percepire l’importanza, che è paragonabile, tanto per fare alcuni esempi, alla trasmissione delle onde radio o alla invenzione della luce elettrica o a quella della macchina a vapore. Tutte cose che hanno segnato una svolta epocale nel mondo che ci circonda.
Ebbene, constatare che sui media e peggio nelle scuole non si sia data la meritata rilevanza a questo evento dispiace e preoccupa.
Le onde gravitazionali furono postulate per la prima volta dal fisico Henri Poincaré ma trovarono una collocazione precisa soltanto qualche anno dopo, quando nel 1916 Albert Einstein ricavò che come diretta conseguenza della Teoria della Relatività Generale alcune equazioni avevano come soluzione proprio questo tipo di onde.
In questa teoria tutti conosciamo la famosa formula non foss’altro perché la vediamo spesso stampata sulle magliette o sui poster insieme ad “Einsten che fa la linguaccia”. Questa formula dice che un corpo, solo per fatto di possedere una certa massa, possiede anche una certa energia. Così come avviene per i campi elettromagnetici, masse che si muovono accelerando producono onde, questa volta alterando il campo gravitazionale.
L’osservazione di queste onde gravitazionali, la cui presenza è dunque stata teorizzata un secolo fa, è sempre stata molto problematica a causa dei piccolissimi segnali prodotti. Si è dovuto attendere l’invenzione di un metodo di misura estremamente sensibile per poter sperare di rilevarne i debolissimi segnali. Questo strumento è l’interferometro laser, che è stato costruito molto vicino a casa nostra, ovvero a Cascina presso i laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare con il nome VIRGO. E proprio questo strumento, insieme al gemello chiamato LIGO e realizzato negli USA, è stato quello che ha rilevato le onde gravitazionali provenienti dalla fusione di due buchi neri.
Che è successo esattamente ? Due buchi neri di massa rispettivamente pari a 36 e 29 unità di masse solari sono collassati in un singolo buco nero di massa 62 unità di masse solari. Ma 36+29=65. Le tre unità di massa solari che mancano al conteggio dove sono finite ? Ebbene, si sono trasformate in energia di onde gravitazionali, proprio quelle onde rilevate da LIGO e da VIRGO contemporaneamente.
Queste osservazioni hanno dato ulteriore conferma della correttezza della Teoria della Relatività di Einsten e costituiscono una pietra miliare del cammino dell’uomo verso la Conoscenza.
Il 2017 merita di essere ricordato anche per questo…
Marco Sartore