Dopo l’ininterrotto susseguirsi di pessime notizie non soltanto nazionali per i nostri parchi e aree naturali protette, quando ormai è suonata la campana dell’ultimo giro del governo in carica ne arriva finalmente una buona.Il ministro Clini che ci aveva profondamente deluso non avendo dato segnali apprezzabili di voler cambiare la vecchia musica del precedente governo, sembra aver voluto allo scadere del suo mandato evitare in uscita una imperdonabile figuraccia. E lo ha fatto con una Direttiva ministeriale rivolta ai parchi nazionali e le aree naturali protette perché mettano a frutto i loro studi e conoscenze del territorio per promuovere impegni e iniziative volte a istituire ‘un sistema delle aree naturali protette’.
La direttiva richiama le finalità dei nostri parchi e aree naturali protette fissate dalla legge quadro e volte a salvaguardare i valori naturali, antropologici, storici, architettonici unitamente alle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali. Tali ambiziose finalità vanno poste a base appunto di quel sistema nazionale mai istituito che deve prevedere –ecco un’altra novità- l’istituzione di nuovi parchi nazionali nonchè di nuove aree marine protette. Non si fatica a cogliere la novità di questa sortita in zona Cesarini tanto più se si considera che essa è accompagnata da uno studio del ministro della coesione Barca rivolto alle aree interne in forti difficoltà in cui assegna ai parchi e alle aree protette un ruolo importate nella ristrutturazione dei borghi, con particolare riferimento alle finalità turistiche , produttive e a sostegno e fruizione dei beni comuni e riproduzione della memoria.
Dopo la sequela di assurdità sostenute baldanzosamente e donchisciottamente contro la legge 394 e non soltanto dal ministero, finalmente la legge ritrova e riscopre tutto il suo valore offuscato e appannato in questi ultimi anni.
Questa direttiva che non deve lasciar fuori però i parchi e le altre aree protette non nazionali che navigano negli stessi guai e le cui finalità sono le stesse in quanto fissate dalla legge quadro, deve figurare ora negli impegni delle forze politiche che aspirano al governo del paese. Non le dimentichino perciò i vari programmi e agende compresa quella di Monti che per ora però non ne fa stranamente alcun cenno.