In un recente viaggio in treno, dopo aver letto un articolo sulla continuità territoriale e dopo aver distolto l’attenzione dagli schemi dell’ultimo prototipo che ho realizzato nell’ambito di Industry 4.0, ho provato a pensare se la tecnologia odierna è in grado di contribuire ad un migliore accesso all’Elba per noi residenti. Mi sono risposto che ci riesce eccome, se aiutata da alcune modifiche strutturali alla viabilità. Ovviamente, non essendo un politico, le mie considerazioni hanno una valenza unicamente tecnica, ma chissà che qualche politico non le voglia far proprie e mettere in atto…
Per non riversare su questo foglio un elenco di noiosi tecnicismi, ho pensato di romanzare lo scritto e di relegare in fondo gli approfondimenti per chi avesse la pazienza (o meglio l’audacia) di arrivare fin laggiù e leggerli.
Immaginando un transito “del futuro” da/per l’Elba sfrutto alcune scelte logistiche utilizzando relative soluzioni tecnologiche appropriate. Sulle prime, come ho detto, non ho voce in capitolo, è pane per i denti dei politici, ma delle seconde assicuro la piena fattibilità ...e non nel futuro, ma già oggi.
Ecco il mio racconto fantastico e fantasioso, futuristico e futuribile:
Di rientro da una giornata di lavoro fuori sede sono piuttosto stanco e non vedo l’ora di raggiungere casa mia a Marciana. Ecco l’uscita Venturina finalmente, metto la freccia e in un attimo sono al fondo della bretella, dove c’è l’autolavaggio, per intenderci. Sorrido pensando a quando, molti anni fa, nel 2018, mi toccava passare dentro a Piombino per andare a casa. Ora quel tragitto è lasciato ai turisti che così possono anche fare una sosta in città, visitare il suo bel centro storico e poi proseguire per l’Elba. Certo che la strada che hanno dedicato ai residenti e che mi porta, attraverso le vecchie acciaierie, direttamente dentro al porto è proprio una semplificazione per chi abita sull’Isola.
Ricordo quando, alla fine di quel lungo giro stradale dovevo fermarmi a una barriera: al di là della sua dubbia utilità in generale, psicologicamente era davvero brutto trovarsi davanti ad uno sbarramento ...per poter tornare a casa propria. Oggi la sbarra che si apre automaticamente all’inizio e alla fine della strada dedicata ai residenti che ho appena imboccato è tutta un’altra cosa ! Grazie al sistema RFID (1) che ciascun residente possiede e ha installato in auto, non serve nemmeno fermarsi e la sbarra si apre da sola. Finalmente una sbarra “amica” che noi residenti accettiamo volentieri perché ci garantisce che questa via preferenziale non venga invasa dai soliti furbetti…
Proprio quando sto per arrivare al molo mi chiama l’amica Grazia, anche lei sta tornando a casa. Ad averlo saputo le avrei dato un passaggio, era a Livorno. Ma forse ha fatto prima lei di me… da anni infatti i nostri bravi, lungimiranti e determinati politici hanno spiegato a Ministri e Ferrovie dello Stato che la fermata di Campiglia Marittima non asserve solo uno dei tanti paesi della tratta, ma anche un’intera isola: oggi tutti gli Intercity, senza eccezioni, fermano a Campiglia Marittima. La navetta che collega quella stazione con Piombino Porto è proprio comoda: continua a fare avanti e indietro senza fermate e quei binari che tanti anni fa ospitavano sparuti e lentissimi treni, oggi sono la via per queste veloci carrozze di metropolitana, felici di correre a cielo aperto, al contrario delle loro sorelle nelle grandi città.
Ma vi ricordate ? Un tempo all’attracco della nave assistevamo a corse roccambolesche per prendere il treno al porto che partiva quasi in contemporanea con l’arrivo della nave, i più anziani manco ci riuscivano e solo chi aveva gambe buone saltava su al volo. Per cosa poi ? Per stare fermi dieci minuti buoni a Piombino centro e per arrivare a Campiglia stazione venticinque minuti dopo. Certo che allora era davvero dura...
Grazia ha nel portachiavi il proprio iButton (2), come tutti noi residenti. Quindi decidiamo di vederci direttamente a bordo, dove entrambi possiamo salire senza dover comprare un biglietto: da poco abbiamo ricaricato il nostro dispositivo con un generoso numero di corse a piedi e con auto al seguito.
Io mi infilo in una delle due corsie sul molo riservate a noi residenti, le prime che imbarcano e che vengono ospitate sempre sul ponte principale perché possano essere le prime ad uscire all’arrivo. Davanti a noi, giustamente e doverosamente, solo le ambulanze e le auto mediche. Ad aggiornare il database della compagnia di navigazione che ho scelto c’è, ma non si vede, il sistema LoraWan (3) di ElbaResident4.0, che grazie alla rete sapientemente realizzata nei vari porti riceve il giusto segnale da ogni auto residente e ne gestisce il traffico. Appoggio quindi il mio iButton sul lettore per scalare il credito e mettermi in corsia.
Grazia è un po’ sbadata e quando effettua la stessa operazione sul lettore dell’addetto all’ingresso pedonale della nave scopre che, in realtà, ha terminato il credito. Poco male, porge i soldi dovuti e con lo stesso lettore ricarica immediatamente il proprio iButton. Io invece lo farò a Marciana dal tabacchino o al porto appena sceso, tanto le mini stazioni di ricarica sono un po’ dovunque all’Elba: sulla nave ho tutto il tempo di controllare il credito residuo e anche lo storico dei miei acquisti e transiti, sul mio smartphone, con l’opportuna App del sistema.
Arrivo a casa in tempo per cena, stasera c’è mia nipote con noi e non si aspetta di vedermi, ma grazie ad ElbaResident4.0 sono riuscito ad imbarcarmi sul traghetto precedente a quello programmato. Stupita e contenta di cenare tutti insieme, mi chiede ed io le racconto che un tempo questo non sarebbe stato possibile: lunghe code per arrivare, sbarramento, deviazione obbligatoria e parcheggio per acquistare un biglietto (cartaceo !), coda all’imbarco, sistemazione il più delle volte ai ponti superiori, discese conseguentemente lentissime…
Al termine del racconto concludo così: “Eh si... quando la mamma aveva la tua età, esattamente nel 2018, partire o tornare a casa, a piedi o in auto, era una vera Odissea...”. E mia nipotina mi risponde: “Nonno... non so cosa sia un’Odissea, ma meno male che sono nata dopo !”.
Marco Sartore
Per chi vuole saperne di più:
(1) RFID sta per Radio Frequency IDentifier, ed è un sistema composto da Tag che vengono riconosciuti a distanza da un lettore. I Tag possono essere passivi o attivi a seconda della distanza desiderata di rilevamento da parte del lettore. Nel caso di veicoli si devono prevedere Tag e lettore attivi (sistema ARAT, Active Reader Active Tag).
(2) iButton è un dispositivo che assomiglia ad una batteria da computer, un cilindretto in acciao inox grande come un bottone (appunto). Questo dispositivo è programmabile e quindi vi si possono memorizzare con sicurezza dati, avendo una memoria non volatile. Inoltre dispone di un codice identificativo a 64 bit settato al momento della fabbricazione che rende ciascun esemplare al contempo unico e identificabile. In altre parole non esistono al mondo due esemplari di iButton aventi stesso codice. Questa caratteristica permette di accoppiare ciascun iButton a una singola persona che lo possiede. Gli iButton sono talmente piccoli e comodi che possono essere aggiunti al proprio portachiavi, come mostra la figura:
(3) Lora è una tecnologia di modulazione radio cosidetta CSS (Chirp Spread Spectrum), nata per realizzare traffico di piccoli pacchetti dati in aree limitate. LoraWan è il protocollo di rete che utilizza Lora. Il sistema permette di gestire il traffico dati proveniente in contemporanea da molte sorgenti (i.e. le auto) convogliando le informazioni ad un server (i.e. dedicato ad uno specifico porto).
Il sistema è schematizzato nella figura seguente: