Un freddo pomeriggio di novembre, il cielo scuro e nuvole minacciose, vento gelido che spazza la battigia: un uomo e un cane si ritrovano per caso nella zona umida di Mola e decidono che forse è il momento di sgranchirsi un pò le zampe e fare un giro tra i canneti e la spiaggia.
Appena scesi dal tepore della macchina, l'aria fresca investe la faccia ma quello che si propone davanti ai loro occhi non è affatto un bello spettacolo. Pensano che forse è caduto qualcosa dal cielo, forse un aereo è precipitato oppure la terra si è mossa e ha portato in superficie cose, materiali che poco hanno a che fare con il mare, la spiaggia e la vegetazione circostante. Rifiuti di ogni genere e natura, vetro, secchi di plastica, polistirolo, legno, sacchetti, barche
abbandonate e distrutte, calcinacci e residui di piatti e ceramica giacciono sparsi su tutta la zona fino alla spiaggia, anch'essa invasa e infarcita di ogni tipo di immondizia.
Uno spettacolo lugubre, reso ancora più tetro dai postumi di un recente incendio che ha bruciato buona parte del verde presente. Solo poche canne, indistruttibili come la plastica che le accompagna, tentano timidamente di ricrescere e di ricoprire ogni cosa, quasi nel tentativo di oscurare alla vista l'enome
quantità di rifiuti presente.
I due percorrono pochi metri fino ad arrivare al camminamento che porta alla torretta di avvistamento degli uccelli migratori ma lo stesso sentiero è quasi impraticabile per il fango e i rifiuti.
Ironicamente sono sparsi quà e là cartelli che vietano in modo tassativo di lasciare barche e rifiuti e i bei cartelli colorati del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano parlano a chiare lettere, con una parola orrenda, di riqualificazione della zona umida, quando forse sarebbe più giusto e più utile parlare di zona da proteggere, valorizzare e soprattutto pulire.
Il freddo si fa intenso e anche la rabbia e il disappunto crescono fino al punto che l'uomo e il cane decidono di invertire la rotta e tornare alla macchina. Il cane torna nel bagagliaio, tutto sommato felice della seppur breve passeggiata, l'uomo torna al posto di guida e mette in moto. Nel fare retromarcia, dallo specchietto retrovisore, un lampo fulmineo, quasi impercettibile, due macchie scure che si alzano in volo proprio da quella spiaggia: due uccelli, forse due cormorani o chissà, volano verso la vicina Porto Azzurro.
Forse anche loro, come noi, in fuga da un posto che dovrebbe accoglierci e che invece oggi ha rovinato la nostra passeggiata e la nostra giornata.