Un venerdì per il futuro. Così, i giovani del mondo hanno deciso di amplificare le voci allarmanti degli scienziati (poco ascoltati) sui cambiamenti climatici e sui gravissimi rischi che corriamo. Resta poco tempo per decidere di cambiare rotta, rivedendo scelte politiche ed economiche e stili di vita personali e collettivi.
I giovani stanno diventando consapevoli e non vogliono farsi rubare la speranza.
Così, si fanno sentire. Anche all'Elba. Per esempio, con la mobilitazione degli studenti del "Foresi" che mercoledì e giovedì daranno vita ad un breve flashmob a scuola e ne discuteranno nell'assemblea studentesca convocata per giovedì (il biennio) e venerdì (il triennio). E poi prenderanno parte alla manifestazione in piazza Cavour (Portoferraio) alle ore 15 di venerdì 15.
Qualche breve annotazione:
1) Siamo in presenza della crescita di una consapevolezza sociale fra i ragazzi e i giovani su una materia che riguarda davvero tutto e tutti. La rilevanza mediatica di Greta, la sedicenne svedese che sta manifestando per il futuro vivibile, sicuramente ha contribuito.
2) Si può parlare di protagonismo giovanile? Di una rinascita di quello spirito che ha caratterizzato altre stagioni (sessanta e cinquanta anni fa, con la contestazione studentesca, negli anni Ottanta, con l'opposizione agli euromissili, e poco dopo, con l'ambientalismo)?
Tra i lasciti, positivi e negativi, del cosiddetto Sessantotto (fenomeno che inizia prima e continua per qualche anno), sicuramente c'è l'accentuazione della libertà del soggetto e dell'autorealizzazione personale. Una delle conseguenze, a mio avviso negativa, è stata la radicalizzazione dell'idea di soggetto che ha scalzato il riferimento alla dimensione relazionale della persona, di ogni persona (soggettivismo). Concordo con questa affermazione del sociologo Magatti: "Avremmo bisogno di un '68 post-soggettivistico, che concepisca la libertà come relazione e responsabilità anziché come pura manifestazione dell'io".
3) La relazione, e quindi la responsabilità, è planetaria. Per questo occorre che il protagonismo giovanile abbia un'ottica internazionalista, come si diceva un tempo. E che sia capace, come uno tsunami, di toccare tutto (non solo il clima, ma anche gli armamenti, a cominciare da quelli nucleari, e le disuguaglianze mondiali). Con la messa in discussione di un modello di crescita che ha prodotto tutte questa realtà negative. Insomma, si può parlare della necessità di una rivoluzione dell'ecologia integrale.
4) E' questo, per esempio, l'approccio dell'enciclica Laudato si' di papa Francesco. Una prospettiva che tiene insieme l'ambiente e la fragilità delle persone. In quest'ottica, la solidarietà (cioè la ferma determinazione di lavorare per il bene comune) è via di vero cambiamento, per una comunità coesa ma anche inclusiva.
5) Ecco, è auspicabile che questa stagione di partecipazione giovanile tenga conto dell'Uomo planetario, superando tutte le barriere che altri uomini - in nome del potere e del possesso o anche solo dell'ignoranza - creano al fine di escludere gruppi e popoli. Attenzione all'Uomo planetario vuol dire attenzione alla qualità della vita dell'uomo nella sua rete di rapporti con gli altri e il mondo e con una particolare sensibilità alle realtà più deboli e fragili.
Nunzio Marotti