Era qualche tempo le balene non frequentavano le acque elbane. Avevo percepito questa assenza come un segno d'allarme, un altro messaggio tra i numerosi che ormai bombardano l'uomo moderno e anche gli uomini di buona volontà ecologica che devono così fronteggiare le emergenze ambientali assieme alle problematiche della quotidiana sopravvivenza. Ma purtroppo le condizioni del nostro mare sono abbastanza evidenti, con i flutti da tempo usati come discarica e ricolmi di rifiuti e i capodogli che muoiono con la plastica nella pancia e perciò non mi sono stupito più di tanto per la comprensibile assenza dei cetacei.
L'anno scorso alcuni amici mi avevano un po' rincuorato dicendomi che nel periodo autunnale, dalla loro casa che guarda dall'alto delle mura medicee verso l'ingresso del golfo di Portoferraio avevano osservato diverse volte due balenottere al largo del Grigolo. Se i grandi cetacei avevano frequentato l'Elba, allora forse non lo avevano fatto dei modi appariscenti a cui ci avevano ormai abituato, addirittura con l'ingresso e la permanenza per diverse ore nel porto. Quello dell'ingresso delle balene in rada e in porto è stato un fenomeno documentato nella storia isolana, un comportamento quasi abituale descritto dai cronisti degli ultimi tre secoli, che mi ha fornito materiale e lo spunto iniziale per realizzare il libro “Balene all'Elba”, ricerca che mi ha dato l'opportunità di raccogliere anche tante storie ed aneddoti legati agli eccezionali mammiferi marini. Il successo della prima edizione del libro e la grande presenza alla sua presentazione in quell'ormai lontano dicembre 2010 mi dimostrò l'interesse dei concittadini per quest'argomento dai contorni affascinanti, che affonda le proprie radici nell'essenza stessa dell'essere isolani, con le balene che hanno fatto affiorare nella memoria racconti ancestrali sepolti nel DNA degli Elbani.
Ed è così con grande piacere che ho appreso la notizia dell'ennesimo passaggio sotto costa, prima presso le Viste e poi presso Sant'Andrea nella serata dell'8 luglio e ancora il giorno dopo, il 9, presso la torre di Passanante con tre o più esemplari proprio all'imboccatura del porto, e ancora al largo della costa portoferraiese, documentati in diversi filmati che hanno fatto il giro del web.
I luoghi sono quelli della letteratura baleniera elbana tanto che il filmato delle Viste mi ha fatto venire in mente la testimonianza di un portoferraiese non più giovanissimo che oltre ad osservare da ragazzo le balene dagli spalti del Forte Stella ebbe modo di vederle da vicino, un po' di anni fa, proprio da quella bella spiaggia dominata dalle mura medicee ... Sul finire degli anni '50, in piena estate, alcuni portoferraiesi al mare sulla spiaggia delle Viste, si trovarono davanti ad una balenottera che emerse col suo piccolo. La visione dei due "sommergibili sbuffanti" a pochi metri dalla riva sortì l'effetto di far uscire immediatamente tutti dall'acqua ... (Da “Balene all’Elba” Semper Editrice).
Personalmente ricordo ancora un pomeriggio di luglio degli anni '80: ero con amici sulla spiaggia di Magazzini, quando osservammo colonne d'acqua sollevarsi sul mare verso la parte centrale del golfo, nuvole di pulviscolo acqueo poi spazzate dal vento “fresco” di Scirocco. Si trattò del mio primo incontro con i grandi cetacei e la visione è rimasta indelebile nella memoria: tutti i racconti che avevo ascoltato sulle balene si materializzarono in quella colonne d'acqua polverizzata. Qualcuno mi disse dopo che le avevano addirittura seguite con un piccolo motoscafo …
Luglio però era stato anche un mese infelice per questi grandi animali capitati all'Elba: il 30 luglio 1857 una balenottera si sarebbe spiaggiata presso il lido del Lazzeretto, nei pressi degli attuali moli 1 e 2 del porto moderno, secondo le documentazioni dei naturalisti Corrado Parona e Giacomo Damiani. Il 22 luglio 1926, similmente, si ebbe lo spettacolare spiaggiamento di un'altra balenottera, sempre nella stessa zona, dove allora erano stati realizzati gli altiforni. La povera bestia, invece di essere spinta nuovamente in acqua, come avremmo fatto oggi, fu invece trascinata completamente fuori con un cavo d'acciaio, mentre un altra balena che probabilmente si spostava con l'animale già arenato continuò a girare nel porto per 14 ore prima di riuscire a riprendere il largo. In quell'occasione fu realizzata addirittura una cartolina postale che ritraeva la balena morta.
Ben più felici furono gli avvistamenti di qualche tempo dopo, documentati dalla cronaca locale, quando ad esempio il 19 luglio 1988 una balenottera di una decina di metri costeggiò poco lontano dalle spiagge di Scaglieri e della Biodola, per dirigersi poi verso Marciana Marina; oppure quello più recente del 16 luglio 2008, quando tre balenottere comuni, con la più grande di circa 15-16 metri, furono documentate al largo delle frazioni di Magazzini e Bagnaia.
Tornando ai giorni odierni, ai numerosi filmati e foto ormai di repertorio, si aggiungeranno così le belle immagini delle balenottere comuni dei giorni scorsi. Tra le più emozionanti presenti sulla rete rimangono però quelle ormai storiche delle balene del giugno 2007, cetacei che furono anche documentati dal Portoferraiese Paolo Mercadini nel bel film “Quando soffiano le Balene”, poi proiettato pubblicamente alla Sala De Lauger e che lo stesso regista commentò con belle parole nella presentazione a stampa dell'opera… Così il soffio seducente delle balene, man mano acquista un nuovo sguardo, ora con l'occhio sognante di un bambino, ora con quello evocativo di un grande poeta, o di un musicista, allora, con le balene che si “aggomitolano”, i luccichii delle loro groppe smarrite diventano specchi parabolici, che riflettono segnali, lanciano preoccupanti richiami e interrogativi che dobbiamo raccogliere e studiare, perché sono in pericolo risorse e culture millenarie, dentro e intorno all'Isola.
Antonello Marchese
Autore di “Balene all’Elba”, Semper Editrice, Firenze