"Stiamo monitorando attentamente 24 ore su 24 la situazione tramite l'Osservatorio Toscano per la Biodiversità che sorveglia costantemente ciò che sta avvenendo sul fronte mammiferi. Stiamo aspettando gli esiti delle analisi a cura dell'istituto zooprofilattico di Pisa e ci auguriamo possano fare chiarezza sulle cause di queste morti. Che preoccupandoci, rafforzano l'importanza del lavoro che stiamo portando avanti da tempo con il ministero dell'ambiente e con la Commissione europea per l'istituzione di un Sic del tursiope in Toscana, un'area nel nostro mare dell'Arcipelago a nord dell'isola d'Elba in cui questa specie possa essere finalmente tutelata grazie a regole precise".
Così l'assessore regionale all'ambiente Federica Fratoni a fronte degli otto delfini spiaggiati nel mese di luglio sulle spiagge toscane.
Dall'inizio dell'anno sono stati 26 i casi di spiaggiamento una media che, con gli avvenimenti di questo mese è leggermente più alta rispetto allo stesso periodo del 2018, in cui nei primi sei mesi si erano registrati 21 spiaggiamenti di mammiferi marini.
Sono in totale 13 tursiopi, 10 stenelle, 1 capodoglio e 2 non classificabili per l'avanzato stato di decomposizione nel quale sono stati rinvenuti. Si sottolinea che molte carcasse, compresa quella del capodoglio, hanno galleggiato a lungo in mare aperto, per poi spiaggiarsi per effetto delle correnti lungo le nostre spiagge, dato che fa pensare che la morte non sia avvenuta in acque toscane.
In Toscana, grazie all'Osservatorio Toscano per la Biodiversità, ormai ogni spiaggiamento non sfugge più alla rete coordinata dalla Regione con Arpat, la Direzione Marittima, l'Università di Siena, e gli oltre 60 partner, sia pubblici che privati, come le associazioni che ne fanno parte.
Ogni anno in Toscana si spiaggiano mediamente 20-30 individui, di cui circa il 20% in buone condizioni e vengono esaminati nel dettaglio con l'aiuto dei veterinari dell'Istituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana, sezione di Pisa, che fornisce una relazione sanitaria annuale sulle probabili cause di morte pubblicata sul sito regionale e quello dell'ARPAT.
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