E’ stato il tema di un importante incontro culturale alla Scuola Sant’Anna di Pisa con la partecipazione del Vice Presidente emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena. Gli hanno fatto da spalla Paolo Carrozza costituzionalista e Marco Frey economista. Si sono prese le mosse dal libro ‘Dialogo sulla Costituzione’ ( Edizioni ETS) con l’intervista di Maddalena curata da Gianluigi Ceruti ‘padre’ della legge quadro sui parchi del 91.
E sta qui la novità maggiore –anzi la singolarità- di un incontro che muovendo da un aspetto ambientale assolutamente specifico ha consentito di cogliere in tutta la sua portata le due facce della stessa medaglia, ossia la gravissima crisi economico- finanziaria e quella non meno seria dell’ambiente e più in generale del governo del territorio. E la ragione appare a suo modo semplicissima perché la cause che stanno alla base della crisi economica e finanziaria sono le stesse che hanno provocato i disastri ambientali che sono sotto i nostri occhi. Disastri ed effetti particolarmente pesanti e gravi proprio nel comparto dei parchi e delle aree protette che più e meglio di quanto accade anche in altri settori permettono di cogliere la stretta connessione tra le due crisi. Qui appare chiarissimo infatti quanto lo slogan ‘Meno stato e più mercato’ sia costato caro al nostro paese sia sotto il profilo economico –sociale che ambientale. E l’effetto più clamorosamente rovinoso è dovuto proprio al fatto che quella politica in ‘premio’ al mercato che ci ha portato a questo sbocco ha puntato e avuto bisogno di politiche speculative, di dissennato consumo del territorio, di abusivismo e condonismo sfrenati e scandalosi, che hanno prodotto i disastri del suolo e la fine di qualsiasi politica di programmazione, appunto di ‘meno stato’. Per uscire dalla crisi economico finanziaria che ha prodotto disastri e macelleria sociale ma anche incalcolabili costi ambientali occorre che il mercato ritrovi regole e un governo delle istituzioni affidato finalmente a politiche e strumenti di pianificazione e programmazione che coinvolga su un piano di pari dignità lo stato, le regioni e gli enti locali a partire dai beni comuni.
Insomma un ritorno alla Costituzione, ai suoi principi e valori fondamentali a partire da quegli articoli 9 e 32 ( paesaggio e salute) che non caso sono richiamati dalla legge 394.
Il nuovo governo e il nuovo parlamento non potevano ereditare situazione peggiore ma proprio per questo bisogna ripartire dai fondamentali tanto più dopo che i governi da anni, ed anche il parlamento, da tempo li hanno ignorati.
Nell’incontro al Sant’Anna abbiamo registrato anche la voce dei parchi con il direttore del parco di San Rossore che ha ricordato come anche la discussione più recente sulla legge 394 al Senato colpiva per la sua superficialità e l’assoluta mancanza di riferimenti concreto allo stato delle cose del resto confermato dalla mancata presentazione da anni della relazione ministeriale al parlamento pur prescritta dalla legge. Un silenzio colpevole e complice di quello che possiamo senz’altro definire un ‘condono politico’ da parte di chi ha scaricato sulle presunte carenze della legge le colpe di una politica che ha penalizzato e mortificato i parchi e le aree protette.
Ecco perché urge che la politica, il governo, il parlamento tornino a giocare e presto il ruolo che gli compete.
Renzo Moschini – Gruppo di San Rossore