Il Presidente Sammuri risponde alla segnalazione pubblicata su questo giornale dal titolo: “Il progetto delle telecamere nel Parco crea dubbi e perplessità”
"Un parco non deve occuparsi di rifiuti - dice Sammuri- ma di conservare e tutelare l’ambiente e prevenirne il degrado, per questo impegna le sue risorse e apprezza che ci siano cittadini sensibili che in aiuto alle istituzioni competenti segnalano i frutti di azioni incivili e anche un po’ vigliacche di altri cittadini a danno dell’ambiente. Questi atti spesso sono segnalati in aree dove il Comune e il Parco non riescono ad arrivare per limiti oggettivi sia finanziari che di controllo.
È anche importante sottolineare che mentre per tutta una serie di azioni le regole nei parchi siano diverse dal resto del territorio (caccia, urbanistica, gestione del bosco, accessi etc.) per i rifiuti sono assolutamente le stesse: non si possono abbandonare ne dentro ne fuori da un parco.
La videosorveglianza è stata pensata come un aiuto in più e concreto a supporto delle forze dell’ordine per prevenire ed accertare eventuali infrazioni all’interno delle aree protette, Questa soluzione tecnica già sperimentata in altri parchi è la nuova frontiera della sfera ambientale e in ambiente naturalistico si ritiene possa dare risultati migliori rispetto alla città, in quanto nelle aree protette la presenza dell’uomo è minore. Una volta pronta la rete wireless e posizionate le telecamere, queste potranno essere continuamente spostate da un punto all’altro a condizione che restino nel perimetro coperto dal segnale.
Peraltro, già in molte zone d'Italia si stanno ottenendo risultati significativi dalla videosorveglianza, proprio in materia di prevenzione di comportamenti non rispettosi dell'ambiente.
Piu che cambiare le competenze del Parco servono collaborazioni dal basso e un sistema integrato tra istituzioni, tecnologia, forze dell’ordine e cittadini per isolare i pochissimi che da soli fanno molto danno. Servono a poco progetti comuni e isole ecologiche se poi i rifiuti non solo si abbandonano ma addirittura si nascondono.
Bisogna lavorare sempre di più per far amare il proprio territorio e far si che venga trattato come il proprio giardino e non come una pattumiera diffusa anche perché la cura dell’ambiente da’ il segnale dell’accoglienza verso chi ci visita e ci da reddito e soprattutto fa capire se una comunità pensa al futuro dei propri figli tutelando una risorsa che può diventare opportunità di lavoro e sviluppo per tutti".
Giampiero Sammuri