Gli amici di Greta Tumberg e le grandi compagnie petrolifere, su due argomenti non potrebbero non essere d’accordo, visto che si tratta di leggi della fisica inequivocabili:
1) la temperatura del pianeta sta aumentando
2) le molecole di anidride carbonica provocano effetto serra.
La giovane ambientalista e le multinazionali del petrolio potrebbero anche concordare sul fatto che riducendo la CO2 nell’atmosfera porremmo quanto meno un freno al riscaldamento globale.
In Italia queste cose le sappiamo, perciò il governo Draghi ha deciso che lo sviluppo economico della penisola deve transitare verso l’ecologia, così ha mandato a casa il generale Costa e riunito economia ed ecologia nel Ministero della Transizione Ecologica.
A capo del nuovo ministero è stato chiamato il fisico Roberto Cingolani, gran bel curriculum da scienziato high tech, con un’idea “ingegneristica” dell’ecologia. il Ministro pensa infatti che: “L’economia circolare è un modello perseguibile grazie alle macchine, che hanno una maggiore precisione”.
Visto che il Ministro è uomo di scienza, sa certamente che la macchina più “precisa”, economica, efficiente e pure bella per porre rimedio al riscaldamento globale e trasformare la CO2 da sostanza dannosa in ossigeno purficatore si chiama “clorofilla”, la quale è contenuta in gran quantità nelle piante.
La preziosa molecola, generosamente distribuita sul nostro fortunato pianeta, ha la straordinaria capacità di catturare la CO2 dall’atmosfera e, dopo averci costruito gli zuccheri che sono il cibo della pianta, restituisce ossigeno alla stessa atmosfera da cui ha sottratto l’anidride carbonica!
E’ in effetti un vero miracolo, il più diffuso tra gli altri innumerevoli coi quali la Natura, che evidentemente non è afflitta da risentimento per le offese ricevute, ci continua immeritatamente a gratificare.
Gli alberi, oltre a catturare CO2 e donarci Ossigeno, hanno anche l’innata e straordinaria capacità di mitigare il clima e renderlo più favorevole alla vita, nostra e di tutti gli altri esseri viventi, offrono rifugio e nutrimento, proteggono e rendono fertile il terreno e … ci offrono bellezza a gratis!
Perché allora non intraprendiamo un’opera di piantumazione/semina di alberi (quelli giusti nei posti giusti!) a tappeto? Costi ridotti, investimento sicuro, grande vantaggio per tutti.
Forse non lo stiamo facendo perché la nostra mente è ormai formattata come quella del Ministro? Pensiamo cioè che sia possibile rimediare ai danni ambientali con la stessa tecnica che li ha prodotti?
Non dico che non si debba sviluppare una tecnologia sempre più pulita, nel senso che inquini meno, ma la tecnica più pulita in assoluto è quella che ci ha donato la Natura (se sei credente chiamalo pure Dio, cambia poco in questo caso).
Dobbiamo metterci nella zucca che se è vero che con la tecnologia possiamo danneggiare gravemente l’ambiente naturale, certamente non sarà la tecnica a curarlo. Pensare il contrario è una deformazione ideologica, figlia di un’umanità priva di un sano contatto con la natura.
Chiunque abbia una minima confidenza coi cicli della Natura, sa che il riscaldamento globale non può essere risolto con una maggiore efficienza delle macchine, un’industria più pulita, la green economy e via sperando, c’è un solo modo per farlo: piantare miliardi alberi, ri-naturalizzare ciò che abbiamo desertificato, semplificato e annichilito.
L’idea di poter rimediare ai disastri ambientali con una tecnologia sempre più raffinata, trae origine dalla stessa tracotanza con la quale illo tempore procediamo come carri armati contro l’ambiente naturale. Oggi scopriamo che questa ottusità distruttiva si ritorce contro di noi, che tutto questo “benessere” di cui pensavamo poter godere all’infinito, si è concentrando in un’oligarchia di pochissimi privilegiati, mentre il cielo dei figli e nipoti di noi comuni mortali, anche quelli più “benestanti”, è “sempre più blu”!
Non inganni la fortuna della nostra isola che ha sempre tratto vantaggio dalle sventure di altre destinazioni turistiche, non ultima l’epidemia covid19. Chi vede più lontano, chi pensa al bene delle future generazioni, deve ripartire dal restauro della nostra casa comune, l’ambiente naturale, dalla bellezza e dall’utilità di quelle molecole verdi che albergano nel futuro dell’isola: gli alberi.
Graziano Rinaldi
Coordinatore Forum Biodiversità Elbaconsapevole