Quante parole riguardanti il dissalatore di Mola buttate al vento!
Quello che si ripete di continuo è la necessità, prima di partire con la costruzione del dissalatore, di eliminare o ridurre drasticamente le enormi perdite dell'acquedotto. Ma non si vuol capire che questo è un risultato impossibile da raggiungere all'Elba per molteplici ragioni
Prima di tutto gran parte delle perdite sono dovute agli allacciamenti privati costruiti un cinquantennio fa, ad un acquedotto costruito a pezzi e bocconi attraverso i decenni ma perdite dovute soprattutto ad un’altra causa: un territorio altimetricamente difficilissimo da servire con l’acquedotto a causa di pressioni di esercizio spesso elevatissime.
Asa ha provato a fare la regolazione della pressione ma con risultati quasi nulli causati dall'andamento montuoso del territorio. Per attenere la riduzione forte delle perdite occorrerebbe investire nella costruzione e nella gestione di un nuovo acquedotto, importi così colossali da rendere inattuabile la soluzione.
C’è un altro problema da tenere ben in mente: il problema idropotabile dell’Elba è ridotto soltanto ad una trentina di giorni estivi. Per il resto dell’annata c’è già acqua in esubero che viene lasciata scaricarsi a mare. Il problema è risolvibile in una sola maniera, mentre tutto il resto è favola, è invenzione deleteria.
La soluzione è quella di accumulare l’acqua in esubero d’inverno per averla disponibile in quella trentina di giorni estivi. In questo modo si ovvierebbe anche alle inevitabili perdite. Infatti basterebbe avere sempre tanta acqua che costi poco e quindi infischiarsene di perdite superiori a quelle normali.
Ripeto tutto il resto è favola.
Marcello Meneghin