Quello che si vede in calce all'artricolo è uno schema non recente, ma che rappresenta a grandi linee l'acquedotto dell'Isola d'Elba. Oggi ci saranno senza dubbio delle varianti ma il principio in base del sistema di rifornimento dell'isola resta sicuramente quello riportato nel disegno. Anche una affrettata vista dello schema fa intendere che non siamo in presenza di un acquedotto ma di una accozzaglia di piccolissimi acquedottini che alimentano le minuscole reti di distribuzione tutte separate l'una dalle altre. Sono esistenti una sessantina di serbatoi la cui cubatura totale (cioè data dalla somma delle cubature singole), può essere stimata in 300 000 mc.
In realtà tale pessima costituzione dell'acquedotto è dovuta a due fattori il più preponderante dei quali è l'andamento del suolo elbano altimetricamente variabilissimo essendo caratterizzato grandi dislivelli ed in secondo luogo per essere stato costruito tramite successivi ampliamenti durante un periodo di diversi decenni con materiali vecchi e con principi superati e soprattutto senza una visione preventiva e funzionale di tutto un insieme così complesso.
C'è da credere che per quanto riguarda questo bailamme non si possa criticare in nessun modo chi ne cura la gestione e la manutenzione le quali in un caso del genere risultano sicuramente difficilissime e quindi è da complimentarsi con chi riesce ad attuare un rifornimento idropotabile normale nel migliore dei modi che le precarie condizioni descritte lo consentano .
Quello che colpisce è invece la questione compensazione giornaliera delle portate tramite serbatoi. Come detto, è presente un volume di invaso totale abbastanza grande per essere in grado di accumulare gli esuberi notturni onde sopperire all'indomani alle punte di consumo. Questa sarebbe la regola e da quanto si capisce dovrebbe essere anche quello che realmente si verifica visto che all'acquedotto elbano si addebitano molte mancanze ma mai viene sollevata la questione della mancanza di serbatoi di accumulo , oltreché stagionale, soprattutto giornaliero. Chi scrive afferma invece che questo è il difetto principale da risolvere. Infatti per adempiere compiutamente il compito indicato e cioè accumulare la notte e colmare le punte il giorno dopo, tutti i sessanta (dico sessanta ) serbatoi, nessuno escluso, dovrebbero riempirsi di notte per presentarsi l'indomani alle ore sette di mattino con l'acqua di tutti serbatoi, nessuno escluso, al massimo livello per poter cominciare subito a far fronte ai maggiori consumi. Particolarmente alle ore 9 di ogni mattina quando i consumi statisticamente sono al massimo, tutti i serbatoi, lavorando in perfetto sincronismo, dovrebbero effettuare il loro massimo svaso. Questo è solo fantasia perché nella realtà il compito dei serbatoi elbani già citati è quello di riuscite ad alimentare altri serbatoi che vengono dopo e quindi senza alcun riferimento con le richieste dell'utenza.
In pratica assicurare all'Elba il contemporaneo svuotamento/riempimento dei 60 serbatoi facendoli lavorare in perfetto sincronismo è cosa impossibile se non adottando particolari accorgimenti che non risultano affatto presenti all'Elba. La tragica conclusione della presente nota non può essere che questa: qualunque accorgimento venga attuato sia nella costruzione di dissalatori sia di una nuova condotta sottomarina o di qualsiasi altro lavoro che non comprenda dei nuovi capaci serbatoi, l'Elba, soprattutto nel periodo estivo, soffrirà sempre di inevitabili grandi crisi. Purtroppo questa necessità estrema non è percepita e nessun serbatoio è compreso nei programmi ufficiali attuali né in quelli relativi al futuro.
Marcello Meneghin