Vittorio Emiliani su l’Unità commentando una recente Sentenza della Corte costituzionale su una legge veneta riguardante il paesaggio sottolinea che la tutela urbanistica regionale non può essere sostitutiva di quella statale, ma soltanto ‘aggiuntiva’. La ‘via veneta al paesaggio’ porterebbe, infatti, a una sostanziale ‘delegificazione’ della materia che non può invece essere affidata ai comuni né alle sole regioni. E’ un punto su cui recentemente è tornata anche la Conferenza delle Regioni con un suo documento in cui –senza contestare la competenza statale in materia- chiede un tavolo di confronto per evitare che vadano in porto talune norme fresche fresche ministeriali che penalizzerebbero l’operato delle regioni. Quel che non compare mai in questa vecchia diatriba è che il nuovo Codice dei Beni culturali ha sottratto proprio in tempi in cui serve più che mai che il paesaggio non sia gestito separatamente dagli altri aspetti fondamentali dell’ambiente; natura e suolo, sottrae ai piani dei parchi il paesaggio nonostante le legge quadro del 91 faccia esplicito riferimento all’art 9 della Costituzione. Eppure è forse questo uno dei pochi casi in cui la tutela paesaggistica abbia conseguito risultati non disprezzabili. Forse non sarebbe male ripensare a quella ‘aggiunta’ di cui parla Emiliani che sta semplicemente a significare che stato e regioni più che aggiungere o sottrarre dovrebbe collaborare lealmente cosa che finora non sono riuscite a fare.