Penoso assistere al dibattito diretto da Massimo Giletti su Rai 1, nel corso della trasmissione Domenica In - l’Arena: scandaloso il livello degli interventi degli ospiti dello stesso programma andato in onda domenica 29 aprile, dopo pranzo.
E’ emerso lo specchio di un Paese lontano anni luce dalla cultura europea, dimentico di far parte di una Comunità internazionale attenta anche ai valori della biodiversità espressa dai territori degli Stati membri, tanto più del nostro Paese, fra i più ricchi – assieme alla Spagna e alla Grecia – di forme di vita uniche al mondo, in qualche caso sull’orlo dell’estinzione, per effetto di un uso improprio dell’ambiente e delle sue risorse. E’ il caso dell’ormai negletta Zelkova sicula, rarissima specie forestale presente in pochissimi individui minacciati nell’unica località di Buccheri in Sicilia, nella provincia di Siracusa, scoperta meno di 20 anni fa.
E’ stato detto da tutti gli ospiti della trasmissione che, in un periodo di austerità, le priorità non possono interessare la flora e la fauna, bensì l’uomo. Dimostrazione questa di assoluta insensibilità per i problemi dell’ambiente; come se parlare della Zelkova siciliana fosse la stessa cosa che parlare di prezzemolo o, anche, di una bella pianta ornamentale in vendita nei negozi o nelle bancarelle di piante e fiori, sulla strada. Ignoranza e stupidità a vendere! Ecco: roba da rimanere indignati, maggiormente se tutto questo avviene nel contesto di un servizio pubblico che ha anche dei costi non indifferenti per le tasche degli Italiani. Forse si vuole delegittimare la politica ambientale fin ora seguita da alcuni governi progressisti? E’stato fatto già con l’Università pubblica. Si vuole fare lo stesso con l’ambientalismo?
Ma qui ci sono in ballo motivi etici e scientifici insieme. C’è in ballo non una casta – a dire da tanti sprovveduti – bensì la natura del bel Paese: di noi tutti quindi e non solo, poiché espressioni di biodiversità uniche hanno un valore ed un interesse universale.
Mi chiedo a cosa sia servito il 2010, proclamato dalle Nazioni Unite anno internazionale della Biodiversità! A cosa sia servito l’impegno del Governo italiano nell’approvare, due anni fa, la Strategia nazionale sulla Biodiversità, quando autorevoli (?) cronisti e politici, fra cui un ex ministro di sinistra, si dimostranototalmente ignori e insensibili al problema?
Alla vicenda del bando della Regione Siciliana riguardante l’affidamento di un contratto di 150 mila euro per coordinare il progetto sulla misura Life Natura finalizzato a preservare dall’estinzione la rarissima Zelkova – endemita di straordinario interesse biologico – si è dato un voluto taglio scandalistico, dimenticando che uno dei valori del patrimonio naturale del nostro Paese è rappresentato proprio dalla sua Biodiversità vegetale, che la Sicilia concorre altamente a qualificarla, e che l’Amministrazione regionale siciliana ha anche il
dovere di preservarla.
Si dimentica che gli studi finalizzati alla salvaguardia di piante minacciate – nei casi come il nostro d’interesse universale e per la cui salvaguardia proprio la UE tanto si spende – offrono pure occupazione e, dunque, hanno ripercussioni sociali, implicando
anche giovani in formazione.
Indipendentemente da come l’Amministrazione regionale siciliana abbia inteso adempiere ad un dovere statutario – vista la delega per l’ambiente derivatale dallo speciale statuto autonomistico – l’investimento di 150 mila euro, recuperato attraverso specifici bandi europei, per retribuire il lavoro di un esperto coordinatore di
un progetto di rilevanza internazionale – costo complessivo di 450 mila euro – sembra anche modesto, data la complessità dello stesso progetto che, peraltro, non utilizza risorse destinabili diversamente. Non so poi quanti dipendenti regionali, tra le tante migliaia già stipendiati dall’Amministrazione, abbiano reali competenze per
prenderne in mano il coordinamento e quanto le varie istituzioni scientifiche pubbliche sarebbero potute essere coinvolte: di certo il piano finanziario di un Life non si improvvisa e gestire il progetto non è cosa da poco conto.
Viene da domandarsi quanto sia costata alla Rai e agli italiani la ricordata trasmissione, per fortuna non solo buona per fare della cattiva informazione.
Invece, bene avrebbe fatto Massimo Giletti, nel rispetto della par condicio, a far sedere fra i suoi ospiti un botanico esperto di biologia della conservazione. Avrebbe sicuramente evitato di banalizzare uno degli argomenti del suo programma e, soprattutto, di ridicolizzare le Istituzioni pubbliche non solo siciliane, ma anche
nazionali ed europee.