Netto il no di Legambiente ai rigassificatori, a cominciare da quello di Piombino, città nella quale - non a caso - si è tenuto venerdì 3 febbraio, il convegno "C'è puzza di gas". Un titolo da prendere alla lettera, poiché le perdite in atmosfera, che nessuno monitora o controlla, di gas metano (80 volte più climalterante della CO2) dei vari impianti collocati in Italia ammonta, secondo studi recenti, a 4 miliardi di metri cubi, cioè quanto dovrebbe produrre sulla carta la Golar Tundra che Snam, Regione Toscana e Governi di ogni tipo (ma le lobby che li indirizzano sono sempre le stesse) hanno imposto nel Porto di Piombino.
Se a questo numero ci si aggiungono i 5 miliardi di M3 venduti dall'Italia all'estero, si capisce bene come l'italica emergenza energetica sia lo spauracchio della logica speculativa che governa la politica energetica in Italia, Paese a sovranità limitata destinato, bel prima della guerra Ucraina, a diventare hub del gas per l'Europa.
UNIRE LA PROPOSTA ALLA PROTESTA
Gli interventi che si sono alternati nel convegno (Fausto Ferruzza, Stefano Ciafani, Adriano Bruschi e Umberto Mazzantini per Legambiente Toscana, Nazionale, Val di Cornia e Arcipelago Toscano) hanno insistito sulla necessità di offrire alternative alle scelte sbagliate costose pericolose del fossile, progettando grandi impianti di produzione di rinnovabili, alternativi a gas, trivelle e nucleare, oltre che ad agire localmente con le Comunità Energetiche.
Proprio la positiva lotta degli anni 80 contro il nucleare è stata ricordata come esempio da Massimo Serafini, ecopacifista storico, una lotta vincente perché seppe produrre proposte alternative, dalle rinnovabili al risparmio energetico, terreno quest'ultimo assai poco praticato; del resto, quando Eni firma contratti con Paesi terzi senza passare dai Governi, viene da chiedersi chi comandi in Italia, la sua chiosa.
GREENPEACE, WWF E COMITATI
Intervenute le altre associazioni ambientaliste. Greenpeace con Alessandro Gianní (progetto rigassificatore fuori scala, 130 prescrizioni molte insormontabili se davvero applicate, innalzamento mari, ci stiamo mangiando il pianeta); WWF con Roberto Marini (inaccettabile il bypass della procedura di V.I.A); Comitati No Rigas Piombino con Maria Cristina Biagini (critiche a Legambiente per non aver presentato osservazioni formali al rigassificatore come hanno invece fatto altre associazioni ambientaliste, d'accordo sull'alternativa delle rinnovabili).
La CGIL con il segretario provinciale Fabrizio Zannotti, con un intervento centrato anch'esso sul come arrivare all'alternativa energetica alle fonti fossili, ha introdotto il tema dell'idrogeno pulito', visto come un'occasione di crescita sostenibe dell'economia locale; un tema che meriterebbe un convegno a parte.
Katiuscia Eroe, responsabile nazionale energia di Legambiente, ha ricordato come presso il Ministero per l'Ambiente siano in esame 130 progetti di infrastrutturazione del gas, di cui i 7 - 8 RIGASSIFICATORI sono solo una piccola parte, una scelta sbagliata che sta andando avanti con tutti i Governi, sordi e ciechi di fronte ai 1800 eventi climatici estremi che hanno prodotto danni e vittime in 800 Comuni italiani, con una crisi sociale (povertà e ergetica per famiglie e imprese) che si aggiunge a quella climatica e ambientale. Sullo sfondo l'eterno nuovo modello di sviluppo.
CR