Facendo riferimento all'articolo omonimo apparso su Elbareport martedi 4.07.2023 ci terrei a far rilevare l'importanza che riveste il monte Capanne nei riguardi dell'approvvigionamento idropotabile dell'Isola d'Elba.
Ho scritto più volte che l'ammontare delle perdite dell'acquedotto elbano che alimenta un territorio montagnoso, anche se considerato totalmente rinnovato, non potrà mai scendere al di sotto al 40% di perdite occulte. Così accade in tutte le situazioni analoghe dove si adotta il solo rimedio possibile e che consiste nel disporre di molta portata d'acqua potabile di costo basso e bassissimo dopodiché si possono benissimo tollerare le perdite non eliminabili. Nelle zone di montagna ciò è facilmente risolvibile perché sussistono sorgenti ricche di buonissima acqua a costo zero. Tra le città montagnose risulta esemplare il caso di Trieste la quale città per ridurre le consistenti perdite occulte ha eseguito lavori colossali ed ha potuto ritenersi molto soddisfatta essendo riuscita a diminuire la percentuale di perdita dal 46 al 43%.
All'Elba tale percentuale non si potrà mai raggiungere , se non altro perché una grande perdita è dovuta agli allacciamenti privati di vecchia costruzione e con tubi di ferro privi di protezione. Oltre che rifare la rete bisognerebbe rifare tutti gli allacciamenti la cui spesa è a carico dei privati proprietari e quindi non è pensabile imporne il rifacimento. Alla fine, come già detto non si riuscirà mai a scendere sotto il 40 % di perdita, qualunque lavoro venga eseguito. Anche una regolazione della pressione di esercizio della rete è difficilissima e molto costosa e quindi la relativa spesa non è giustificabile essendo possibile rimediarvi in altro modo come vado spiegando.
In conclusione problema ha una sola soluzione: avere all'Elba tanta tanta acqua e che sia di costo basso o bassissimo.
Sappiamo tutti che quello che si sta facendo è l'esatto contrario e cioè produrre pochissima acqua con la dissalazione e con costi di produzione elevatissimi.
E qui entra in ballo il monte Capanne il quale oltre alla nube convettiva di cui all'articolo citato è caratterizzato da una piovosità intensa molto di più che nel resto dell'Isola. Prova ne sia che esso è ricco di sorgenti perenni, esso alimenta dei fossi che a pioggia finita continuano ad addurre tanta acqua per periodi lunghissimi ed è tutta acqua buonissima che viene lasciata scaricarsi a mare inutilizzata.
La soluzione è tutta là. Dalle misure di portata annue degli ultimi decenni è risultato che l'acqua che annualmente piove è pari almeno a cinque volte quella necessaria per coprire il fabbisogno dell'acquedotto. Il problema che esiste è soltanto quello temporale in quanto la maggior parte della poggia è autunno invernale mentre i consumi sono soprattutto estivi quando è frequente la siccità e quindi la crisi di tutte le sorgenti e dei pozzi proprio quando aumenta il fabbisogno per la presenza di turisti.
Per risolvere il problema occorrono due decisioni.
Primo raccogliere l'acqua che piove nell'intero cono a 360 gradi attorno al monte Capanne, per le ragioni spiegate, secondo costruire un grande serbatoio in grado di accumulare l'acqua presente d'inverno per averla l'estate successiva.
Chiaramente il volume del serbatoio, comunque costruito è molto grande perché ha lo scopo futuro di garantire l'intera autonomia idrica dell'Elba. Pertanto deve avere la possibilità di essere eretto per lotti successivi suddividendone la spesa i tempi lunghi durante i quali una porzione del serbatoio stesso garantisca, usufruendo dell'integrazione delle fonti attuali, dissalatore compreso, di far fronte nella totalità al fabbisogno anche estivo. In futuro quando potrà essere costruito nel suo invaso totale garantirà l'autonomia dell'Elba da ogni fornitura esterna anzi essendone collegato comunque, garantirà anche un interscambio utile con la terraferma.
Ecco lo scopo della presente nota e di far notare, come nessuno usa fare, che la risorsa idrica vera per l'Isola d'Elba sussiste nel monte Capanne e essa potrebbe essere sostituita soltanto da una grande risoluzione idro potabile che veda una rete regionale ed anche exstraregionale che comprenda anche l'Isola d'Elba. Si fa notare che anche in questa che dovrà costituire in un futuro molto incerto la vera soluzione definitiva ritrarrà comunque dal serbatoio costruito ai piedi del monte Capanne un enorme ausilio sia nella costruzione che nell'esercizio di un ipotetico acquedotto regionale.
Finisco ripetendo che il sottoscritto si batte fin dal 2002 quando in un apposito convegno fatto all'Albergo Airone aveva fin da allora raccomandato la soluzione del Monte Capanne.
Il relativo progetto di massima può ancora essere letto su: https://www.altratecnica.it/un-maxi-serbatoio-per-lacquedotto/