A quanto pare, per le tartarughine marine di Galenzana sono le 23,00. l’orario fatidico per uscire dal nido scavato e ricoperto dalla loro mamma il 15 giugno.
Infatti, come la notte precedente, il 6 agosto alle 23,05, illuminata dalla luce rossa delle volontarie e dei volontari di Legambiente è emersa la prima tartarughina della nottata (e la 55 dall’inizio della schiusa) che si è presa tutto il tempo necessario - 5 minuti e 16 secondi - per percorrere zampettando, o meglio pinneggiando, i pochi metri di arenile che la separavano dal mare che la richiamava alla sua nuova e pericolosa vita.
La seconda tartarughina ha fatto capolino dal nido alle 23,24, filmata come un’affaticata star dalle volontarie di Legambiente, ed è entrata in acqua intorno alle 1,00.
Poi una lunga e trepidante ora di attesa. Come ha scritto sulla chat dei tartawatchers dei volontari la guida Parco Federica Ferrini, «Ganzo! C'è chi di notte conta le pecore e chi come voi le tartarughe».
Poi, quando sembrava che le tartarughine avessero deciso di non sfidare il freddo della notte, una di loro alle 2,00 è uscita dal piccolo cratere di uscita formatosi nella sabbia, seguita alle 2,05 da un’altra sorella o fratello.
Preso quasi alla sprovvista dalla nascita di massa della notte del 5/& agosto, Ora volontarie e volontari di Legambiente – in accordo con il Parco Nazionale Arcipelago Toscano e il Progetto europeo LIFE Turtle Nest che vede la Partecipazione di ARPAT e università di Pisa e Siena – hanno preso meglio le misure, anche letteralmente e, grazie alla cordella metrica stesa nella “pista di lancio” tra il nido e il mare, hanno potuto verificare che le tartarughine di Galenzana sono circa 6 - 7 centimetri. Minuscoli e coraggiosi esseri che escono dalla sabbia di una notte di agosto, in una bella e appartata spiaggia di un’isola affollata si turisti, per andare chissà dove guidate dalla luna e dalle stelle.
Finora da quel nido nella spiaggia simbolo dell’ambientalismo elbano sono nate 58 piccole tartarughe marine, ma le volontarie e i volontari di Legambiente continueranno a vigilare – contando le tartarughe senza addormentarsi – che anche le altre rimaste in attesa nel nido, nei prossimi giorni riescano a raggiungere il loro e il nostro mare senza problemi, per salvarsi e per salvarci.