Leonardo Forbicioni della World Biodiversity Association (WBA) e Saverio Rocchi del Sistema Museale di Ateneo del Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze “La Specola”, hanno pubblicato su Onychium lo studio “Interessante presenza di Eretes griseus (Fabricius, 1781) all’isola d’Elba (Toscana) e note sulla sua corologia in Italia (Coleoptera: Dytiscidae)”, che illustra la presenza nella zona umida di Mola. all’isola d’Elba, del ditiscide Eretes griseus.
Forbicioni sottolinea che si tratta di un «Ritrovamento di una rara specie di coleottero acquatico presso la palude di Mola» e che «A prescindere dalla rarità della specie in tutta Italia, sono particolarmente orgoglioso di questo lavoro e di questa segnalazione, perché la stessa è nata in seno alle ricerche svolte nel corso della “Summer School in Entomology” organizzata da WBA e Parco Nazionale Arcipelago Toscano lo scorso settembre 2022, che si conferma a mio avviso come una iniziativa originale ed unica nel panorama nazionale. In quella occasione, Legambiente Arcipelago Toscano si è dimostrato un prezioso collaboratore nell’avere gentilmente messo a disposizione la sua sede di Mola, dove si è svolta una delle giornate dell’evento. Questa segnalazione assume inoltre una particolare importanza al fine di valorizzare maggiormente la zona umida di Mola, dove la specie è stata rinvenuta (in una delle due pozze artificiali a fianco dell’Aula Verde Blu), che si conferma uno splendido hotspot di biodiversità che merita di essere indagato ancora più a fondo».
Lo studio ricorda che «Il reperimento di Coleotteri acquatici, specialmente quelli con valenza ecologica più limitata, sta diventando piuttosto problematico e negli ultimi decenni si sta evidenziando in Toscana (e non solo) una contrazione delle popolazioni e conseguentemente una situazione di declino, imputabile a tutta una serie di fattori negativi quali la graduale estensione degli insediamenti industriali ed urbani, l’inquinamento ambientale, il cambiamento climatico, ma anche l’invasione del crostaceo decapode alieno e predatore Procambarus clarkii (Gambero rosso della Louisiana), che hanno determinato l’attuale situazione di depauperamento faunistico, soprattutto proprio nei confronti di ambienti molto delicati quali sono quelli acquatici e le zone umide in generale. Anche E. griseus non è esente dalle suddette problematiche ed in particolare perché la sua presenza sul territorio italiano era già alquanto sporadica. Le sue segnalazioni risultano pertanto sempre molto interessanti e la presente nota lo è ancora di più dal momento che per la prima volta è stato raccolto all’isola d’Elba».
Il raro scarabeo acquatico è stato raccolto in una piccola pozza artificiale rivestita in resina, con alcune piante di canna palustre fatte crescere in vaso al suo interno, che è stata realizzata a fianco dell’aula Verde-Blu, sede di Legambiente Arcipelago Toscano. I due ricercatori evidenziano che «In questa isola (e neppure nelle altre isole dell’Arcipelago toscano), nonostante intense e ripetute campagne di ricerca recentemente effettuate sui Coleotteri acquatici, E. griseus infatti non è mai stato trovato, così come non risulta nei remoti cataloghi di Razzauti (1921) e Holdhaus (1923)». Per questo coleottero, nella letteratura scientifica per la Toscana risultavano note soltanto 5 stazioni: – Antignano (LI) e Viareggio, provincia di Lucca, senza anno di raccolta; Firenze, reperto del 1892 (Rocchi, 2005); – Guasticce (LI) reperto del 1998; Mortaiolo (LI) , in provincia di Livorno, reperto del 2001 (Rocchi, 2005). Inoltre, lo studio pubblica una segnalazione indeita: Monti dell’Uccellina, (GR), un esemplare, legit (e collezione) Giuseppe Ferro, depositato nel Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze “La Specola” . Sulla base di altre segnalazioni in alre REgioni, lo studio conferma che «In Italia Eretes griseus è specie rara e localizzata».
Per quanto riguarda il reperto dell’isola d’Elba Forbicioni e Rocchi si sono posti alcune domande sul perché in quest’isola la specie non era mai stata raccolta e per quale causa e come ci è arrivata e fanno delle ipotesi: «Essendo specie che vive soprattutto in zone di pianura, prediligendo piccole raccolte di acque temporanee, perciò ambienti piuttosto temperati, può darsi che il cambiamento climatico verificatosi negli ultimi anni (siccità ed innalzamento delle temperature) ne stia favorendo una diffusione così da reperirla in località dove non era mai risultata presente; ipotesi questa già presupposta anche da Hájiek et al. (2015); al volo dei Ditiscidi sono stati dedicati molti lavori, gran parte dei quali sono elencati in Kehl & Dettner (2007) ed in E. griseus la capacità di volare è notevole, come indicato da Millan et al. (2014); la presenza di questa specie nelle zone litorali della Toscana, cioè non eccessivamente distanti in linea d’aria dall’isola d’Elba, possono pertanto avergli consentito di raggiungere la località di Capoliveri».
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