L'episodio di Punta Penisola, dove da anni si ripetono violazioni di vario genere, è solo l'ultimo di una serie di interventi distruttivi per boschi e macchie elbane all'interno dell'area protetta dal Parco Nazionale. Tempo fa Legambiente ha segnalato il devastante taglio del bosco in zona Bosco di San Martino - Buca di Bomba: ettari di macchia rigogliosa (lecci, eriche arboree, corbezzoli...) quasi totalmente rapata, con residui alberelli rimasti in piedi ogni 15 - 20 metri, lasciando il terreno scoperto e vulnerabile all'erosione; tracce di numerosi fuochi (assolutamente vietati in area boschiva) e tracciati aperti con ruspe e trattori cingolati. Che cosa accomuna l'oliveto di Punta Penisola ed il taglio di Colle Reciso? Certamente il fatto che non sono eventi improvvisi o imprevedibili come un incendio doloso, ma operazioni portate avanti in settimane, o mesi come nel caso di Buca di Bomba. Se uno dei principali obiettivi del Parco Nazionale è quello della difesa della biodiversità elbana, un patrimonio che ha pochi termini di paragone per varietà di ambienti e ricchezza di specie, forse l'ente dovrebbe investire qualcosa di più nell'azione di controllo del territorio.
Andrea Tozzi