A quanto pare le Capitanerie di Porto stanno preparando deroghe al “decreto anti-inchini” per le grandi navi che navigano lungo le coste dell’Arcipelago toscano. In alcune aree salterebbe la distanza prevista dal decreto “anti-inchini” o “salva-rotte”, che obbliga le di oltre 500 tonnellate a stare a 2 miglia dalle aree marine protette e dai parchi insulari e costieri. Secondo la stampa locale la Capitaneria di porto di Livorno, in quanto coordinatrice, ridurrà il limite a 0,7 miglia con una deroga al decreto Clini/Passera emanato dopo molte insistenze della associazioni ambientaliste dopo il naufragio della Costa Concordia sugli scogli delle Scole, nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, all’Isola del Giglio.
Le deroghe verrebbero attuate per facilitare la navigazione tra le isole dell’Arcipelago Toscano e per evitare che le navi passino troppo vicine l’una all’altra nei “corridoi” derivanti dall'applicazione del decreto.
Nell’ordinanza della capitaneria di Livorno si legge che la deroga è stata resa necessaria dalla «Eccessiva riduzione del tratto di mare navigabile nel canale di Piombino a fronte di un intenso traffico marittimo correlato tanto al servizio di linea Piombino – Elba, quanto alla navigazione mercantile, tenuto conto dell’ubicazione centrale, rispetto al canale di Piombino, delle isole di Cerboli e di Palmaiola». Due isole che sono zona A a protezione integrale del Parco nazionale e Zone di protezione speciale secondo la Direttiva Uccelli dell’Unione Europea, ma intorno alle quali non esiste un’area marina protetta. Una deroga sarebbe prevista anche per il canale tra l’Elba e Pianosa dove ci sarebbe, come tra l’Argentario e l’Isola di Giannutri, una riduzione del traffico commerciale che evidentemente si vuole evitare.
Legambiente Arcipelago Toscano naturalmente non mette in dubbio la necessità di deroghe ad hoc per le rotte dei traghetti da e per le isole, ma non è d’accordo sulla loro estensione alle navi da trasporto ed alle grandi navi da crociera. E' singolare che si vogliano ridurre le distanze di transito dalle aree marine protette proprio nell'Arcipelago dove c'è stato il disastro della Costa Concordia, la dispersione di bidoni tossici al largo di Gorgona, il ritrovamento di altri fusti inquinanti al largo di Montecristo, il naufragio della Mersa 2 di pochi giorni fa, proprio sulle coste del Parco Nazionale, e i frequenti lavaggi in mare delle cisterne delle petroliere che negli anni passati hanno minacciato diverse isole dell’Arcipelago Toscano.
Legambiente non ci sta e chiede l'istituzione dell'Area marina protetta dell'Arcipelago Toscano, ormai diventata un vero e proprio scandalo internazionale visto che, secondo la legge 979 sulla protezione del mare, deve essere istituita “solo” dal 1982. E’ inoltre necessaria l'interdizione totale del traffico marittimo pericoloso fra l'Elba e Pianosa e troppo vicino alle isole.
«Avevamo già detto che il decreto anti-inchini aveva dei “buchi” per alcune isole, ma non è possibile che un decreto nazionale fissi dei parametri per ragioni di sicurezza - sottolinea Umberto Mazzantini, responsabile isole minori di Legambiente - e poi, per le stesse ragioni, questi limiti vengano ridotti. Vedremo se ci sarà una diversificazione, dato che così si va nella direzione contraria rispetto a ciò che chiedevamo. Non ci facciamo una bella figura: qui c'è stato il disastro della Costa Concordia. Il nostro territorio deve essere più difeso, anche stabilendo altre rotte, non cercando deroghe per il traffico mercantile - conclude Mazzantini – Inoltre anche per Pianosa mi sembra si ignori la richiesta avanzata dal Comune di Campo nell’Elba. Sarebbe bene sapere anche cosa ne pensano di tutto questo i nostri amministratori e cosa intendano fare per difendere il nostro mare, le nostre coste e la nostra economia turistica dagli ormai troppo frequenti incidenti».
Legambiente Circolo dell'Arcipelago Toscano (foto Franco Vai)