Caro babbo natale degli elbani,
siccome quest’anno sono stato un bambino bravo, per natale vorrei un ospedale.
Caro babbo natale, bisogna ora che in qualche modo ti spieghi, sennò il regalo come me lo fai?
Per volontà di qualcuno nelle alte sfere, a morsi e bocconi hanno smantellato l’ospedale di Portoferraio. Oppure a calci e schiaffi, sa più di vero.
Però ci hanno dato l’elicottero, che costa uno sproposito in rapporto a quanto sarebbe costato mantenere invariati reparti interi.
Ma io non lo voglio l’elicottero! Voglio l’ospedaleeeeeee!!!!
La chiusura del nostro Ospedale pare sia servita all’atto pratico a salvare il sederino a quello di Piombino che probabilmente, senza i numeri isolani accorpati ad hoc, avrebbe fatto cuccù.
Perché l’ospedale di Piombino ha già vicino quello di Cecina, bello grosso.
E, sempre in provincia, Livorno. Alle brutte, risalendo l’Arno, anche Pisa e Firenze.
Tutti sulla terraferma e distanti da Piombino relativamente poco, maltempo e notte permettendo mai (beati loro, i continentali) e che a raggiungerli non gli costa l’orzo di Pianosa.
Se proprio qualcosa si doveva tagliare, perché non Piombino allora? Lasciando com’era, magari potenziandolo, l’ospedale di chi vive su un’isola: sarebbe stata la soluzione più logica, anche il mio compagno di banco Marietto, tonto assai, ci arriva senza sforzarsi più di tanto.
E poi d’estate, come numero, siamo a cinque zeri: bravi, declassati a ospedale di prossimità!
Sì come no, in prossimità del budel.....perché ci hanno fatto questo?
Non mi dire che la soluzione si trova in quel giochino da tavolo che si chiama Holitica (con la H, come quella disegnata in terra per farci atterrare l’elicottero).
Eh già, i turisti votano a casa loro, l’Elba ha un elettorato di gran lunga inferiore a quello di Piombino/Val di Cornia e non esattamente uniformato al colore d’ordinanza del Granducato: Marietto, quanto fa due più due?
Ma come si fa a chiudere l’ospedale della terza isola più grande d’Italia? Cribbio!
Così, per dirla come lui, lo statista più grande di tutti i tempi, lo conosci? E’ un po’ come te, fa dei regalini di nulla, ma a differenza tua in cambio vuole un po’ di pelo, meglio se primo.
Caro babbo natale, io vorrei che si giocasse il jolly (la carta dei diritti del malato) indi per cui ad andare a portare il giochino oltre le Alpi, in casa dell’Anderlecht per la precisione.
Ma non andrà così, non ci sarà mai l’entusiasmo generale dei primi cittadini di far fare figure di m planetarie a quelli che l’ospedale te l’hanno chiuso, poiché (per assurdo eh!) trattasi di sovrapposti nelle stanze dei bottoni.
“Macché all’estero, facciamo tutti insieme un bel ricorso al TAR!!” alla fine sono queste le regole del giochino che verranno applicate.
Bella giostra! Fin qui ci arriva anche il mio compagno di banco, quello di prima: la sentenza, ovviamente in tempi biblici, quanto mai si discosterà dal principio della legge del Menga?
No babbo natale, tienitela questa giostra, io non ci monto.
E non voglio neanche quel giochino da tavola con la H, non mi diverto.
Caro babbo natale, vorrei tanto che tu avessi i superpoteri del babbo natale di Piombino, attrezzati.
Perché io l’ospedale lo voglio davvero.
Nel frattempo vorrei che tutti gli isolani conservassero le ricevute delle trasferte per comprovati motivi sanitari - traghetto, benzina, mezzi pubblici o taxi (quando saltano le coincidenze), vitto, nei casi estremi anche alloggio - del paziente e dei familiari al seguito, in ogni dove.
Vorrei che queste ricevute venissero recapitate a mano agli esimi governanti in persona e dulcis in fundo vorrei per tutti il rimborso di tutto, quanto meno per il disturbo.
E casomai questi qui obiettassero: “con questi chiari di luna, con quali soldi vi si rimborsa?” vorrei sentir replicare questo: “con quelli dell’elicottero! Che dite, basteranno?”
Caro babbo natale, ti avrò stancato con queste cose da grandi, passiamo alle cose da bambini.
Vorrei una macchinina, ma non telecomandata e nemmeno tanto ina, la vorrei vera, a motore e che rimbombi davvero, nel suo proverbiale e roboante frastuono.
Una fuoriserie da urlo rossa fiammante, un vanto per l’Italia intera, com’è che si chiama?
E la farei scorribandare in una grande città a caso, la capitale del Belgio.
Infine vorrei una nave blu, anche quella vera.
Caro babbo natale, ho finito.
Ma io sono un bambino bravo, allora perché Gesù bambino mi ha fatto nascere su un’isola? Uffa!!
Vedi te cosa puoi fare per quello che ti ho chiesto.
In alternativa, come ultimo desiderio, trasferisci me e la mia famiglia, previa buonuscita di un miliardino rata unica, in un altro posto.
Vicino Careggi o Cisanello per esempio andrebbe benissimo.
Nel bonifico come causale mettici pure il grido di battaglia dei disertori: viva don erculo!
Marietto amico mio, sarai anche tonto, ma mica scemo…….che fai, vieni con me?
un bambino (cresciutello ndr) dell’isola d’Elba
Caro bambino
Finché si ruzza coi ruzzini tutto vale, quando si ruzza con le cose serie bisogna stare un po' più attenti, perché si rischia anche - per usare un francesismo - di pisciare un po' fuori dal vasino. Va benissimo difendere l'ospedale di Portoferraio e pretendere che non sia ridotto ad una specie di pronto soccorso, ma è sbagliato, e parecchio, affermare che "non si vuole l'elicottero". Certo, con la scusa che c'è l'elicottero non si può smantellare tutto, ma è pure vero che ci sono dei servizi tanto specialistici che non ci sono mai stati, e che è ragionevole pensare che all'Elba non ci potranno mai essere (a puro titolo di esempio cito un reparto di neurochirurgia). E allora l'elicottero - in aggiunta a funzionali unità operative sul territorio, non in alternativa - serve e come se serve, ed è già servito in numerose occasione a salvare la pelle a molti elbani, stanziali e temporanei, che probabilmente in similari condizioni quanche anno fa sarebbero già stati "del gatto". E la pelle delle persone è appunto una di quelle cose con cui non si ruzza.
Statti bene
Elbareport