L'ALBA DELL'UNITA' D'ITALIA ALL'ELBA (1859-1860)
LA CONCORDIA "CHE UNISCE IN UN SOLO VOLERE I PENSIERI E GLI ATTI DI QUANTI AMANO SINCERAMENTE LA PATRIA" (Bettino Ricasoli)
Il 18 maggio 1859 Bettino Ricasoli, ministro dell'Interno del Governo provvisorio Toscano, scrive al governo dell'isola d'Elba nella persona del governatore che è il colonnello Fineschi.
Pochi giorni prima gli aveva scritto enunciando i principali punti della sua fede politica e le norme della sua condotta governativa.
Il pensiero e l'azione sono tese verso l'indipendenza d'Italia che è il bene massimo che bisogna perseguire.
Questa seconda lettera è interessante in quanto fa conoscere il pensiero di Bettino Ricasoli sulla stampa e sui motivi per i quali lui, come ministro del'interno dello stato toscano, ne ha sospeso la libertà. Scrivendo al governatore, la più importante carica amministrativa dell'Elba, è evidente che il ministro vuol far conoscere a tutti i cittadini il perché del suo operare ed agire.
"Ill.mo Signore
Fra le ragion di ben operare,una,anzi principale,è quella della concordia che unisce in un solo volere i pensieri e gli atti di quanti amano sinceramente la patria.
Questa felice disposizione degli animi, mentre distrugge i calcoli dei nostri nemici,ci assicura la stima delle Nazioni benevoli all'Italia. Se è dovere di tutti mantenerla con ogni studio , è dovere mio il difenderla contro ogni palese o coperto attentato. In questo concetto tutto quello che influisce sulla pubblica opinione richiama la mia sollecitudine, perché il buon andamento della cosa pubblica vi trovi un aiuto e non un ostacolo.
La saviezza del Governo provvisorio col suo decreto del 29 Aprile decorso , stabilì già che i severi ordini, i quali infrenano la stampa periodica, fossero mantenuti; perché se quelle discipline sarebbero certamente esorbitanti in tempi normali tornano però utili oggi, che la comune patria versa in gravissime condizioni. io debbo richiamare su questo argomento tutta l'attenzione della SV affinchè le leggi esistenti sieno applicate, né si comincia con una tolleranza abusiva ad autorizzare una licenza colpevole.
Io stimo la stampa periodica uno degli strumenti più efficaci della presente civiltà, ed i governi che non la opprimono. ma se ne vantaggiano, stimo che facciano opera savia e prudente. Ma nelle attuali necessità dei tempi stimo del pari che in un paese come è il nostro commosso dalla aspettazione di grandi eventi, la stampa possa facilmente divenire una fonte di civili discordie.
E' dunque dovere degli scrittori d'intendere questo pubblico bisogno e sacrificare al bene della patria ogni privata vanità e ogni privato interesse; come è dovere dell'autorità il far sentire sempre ed ovunque che ogni infrazione delle Leggi non sarà più tollerata. L'esempio del Piemonte che per voto del Parlamento e colsuffragio della pubblica opinione ha sospeso temporaneamente la libertà di stampa, non deve essere citato indarno alla Toscana.
Mi auguro che la SV Ill.ma ammonirà in questo senso gli Scrittori e gli Editori di Giornali, niuno vi sarà che rifiuti di aderire a questi sentimenti, che debbono esser quelli di ogni buon italiano.
Verrà il tempo delle libere discussioni: ora è il tempo dell'operare virile, con quella concordia che sola può sgomentare i nemici e mostrarci degni di migliori destini. Ove per altro contro ogni mia ragionevole aspettativa, glia ammonimenti non bastassero, la SV Illustrissima applichi pure in tutto il suo rigore la Legge, sicuro di trovare in me e nell'opinione pubblica quell'appoggio che non sarà mai per mancare all'autorità che opera risolutamente per il solo fine di giovare al bene della patria.
Di VS Illustrissima
Dal Ministero dell'Interno.lì 18 Maggio 1859
Devotis. Obbligatis. Servo
B. RICASOLI"
(Affari generali del governo dell'Elba 1859-1860.Doc 15-100.Circolari 1-42. Circolare 16.Archivio storico
comune Portoferraio)
Marcello Camici
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.