La personalità dell’autore emerge decisamente sia dalle pagine del suo ultimo lavoro letterario, il libro ”TRA BANCHI E CATTEDRE”, sia dalla presentazione fatta da egli stesso il pomeriggio di venerdì 17 a Portoferraio, nonché dal luogo scelto per l’evento: l’Enoteca delle Fortezze, un sito intriso di storia che ha aperto la stagione degli eventi proprio con questo incontro.
Davanti alla sala senza più posti liberi, Giorgio Barsotti, dopo un’introduzione di Patricia Mazy, esponente di Myra, la casa editrice che ha pubblicato il volume, interrotto più volte da applausi a scena aperta, ha brevemente descritto i motivi che lo hanno indotto alla stesura di questa sua ultima opera che, comprendendo il periodo di vita dall’età di 17 anni ad oggi, può essere considerato in un certo senso il prosieguo del suo precedente lavoro “BRICIOLE DI RICORDI” che riguardava l’infanzia e l’adolescenza.
In un coinvolgente intreccio fra battute ironiche e spiritose, profonde riflessioni culturali, riferimenti storici e racconti di episodi di vita realmente vissuta, il Prof. Barsotti ha tracciato una sintesi della trama del libro: fatti della vita di studente liceale e universitario, vicende vissute nelle varie permanenze in Francia per studio e aggiornamenti, svolgimento della professione alle scuole medie e alle superiori, per finire con la vita da pensionato vissuta non sulle panchine dei giardini, ma ritornando allo stadio dello studente universitario conseguendo in questo tratto della vita, descritto nell’ultimo capitolo, altre ben quattro lauree.
Prima della conclusione dell’incontro Barsotti, dopo aver comunicato che l’intero ricavato delle vendite sarà devoluto per una borsa di studio da assegnare ad uno studente per la maturità al liceo di Portoferraio secondo le valutazioni del Collegio dei Docenti, ha dato lettura di alcune significative pagine del libro fra le quale ci piace accennare all’episodio del suo primo incarico di prof. alle superiori con assegnazione di una cattedra al liceo di Pontedera.
Sceso alla stazione del piccolo centro toscano ed incamminatosi verso la scuola, con la comprensibile emozione di un giovane insegnante che, proveniente dalle medie elbane con alunni poco più che bambini, si avviava a piedi verso l’istituto dove lo aspettava una classe quinta con allievi quasi adulti, gli capitò di passare lungo un muro dove campeggiava la scritta “a morte i professori!”.
Tra Banchi e Cattedre è un testo non troppo voluminoso che si legge agilmente, insegna, diverte ed alla fine ti accorgi che ti ha lasciato nell’intimo valori oggi sempre più rari.