Ringrazio il Sindaco, e amico, Renzo Galli, per le precisazioni che ha ritenuto di volere offrire alla Comunità elbana in termini di informazione e di riflessione sui “cosiddetti laghetti rossi”.
Ho detto, e lo ripeto: “Chi, adesso, mi zittisse dicendo ‘mancavano solo gli archeologi a occuparsi di bonifiche…’ avrebbe ragione da vendere in quanto non ho nessuna competenza ecologica”.
Ciò detto e ciò ribadito, lascio volentieri l’argomento delle bonifiche da fare a chi ha competenze scientifiche e giuridiche e ovviamente a chi ha responsabilità politiche e amministrative. Credo, del resto, che non spetti al Comitato Scientifico del Parco Minerario pronunciarsi in merito, a meno che qualche altro membro non lo faccia a titolo personale, come ho fatto io ed assumendomi la responsabilità di quanto ho scritto.
In ogni caso, la parte preponderante del mio scritto riguardava altro ed era un invito, diretto, a progettare un nuovo futuro per il Parco. E’ possibile che io abbia idee diverse rispetto al Sindaco per quanto concerne le traiettorie di sviluppo, che preferirei chiamare “di progresso”, di una comunità. Dal mio punto di vista, molto semplicemente, sostenibilità e salvaguardia sono la stessa cosa, in un’ottica di benessere e di progresso per tutti.
Ribadisco, però, a questo punto, che gli spazi vanno ben tenuti e valorizzati e che l’archeologia industriale sarà una risorsa sempre più importante. Basti vedere, non solo l’importanza, in termini di ricaduta turistica, di Parchi come il Minerario di San Silvestro, vicino a noi; il Museo della lana di Stia in Casentino (https://www.facebook.com/museodellarte.dellalana/); il Parco Museo Minerario di Abbadia San Salvatore (Monte Amiata), in viaggio verso le ventimila presenze, quest’anno, nonostante sia aperto da pochi mesi. Ci sono molti altri casi ancora.
Ciò detto, per ora mi taccio.
Franco Cambi