Leggere quello che scrive Franco Cambi è sempre un piacere. In maniera semplice, chiara, senza giri di parole dice ed illustra ciò che una gran parte di chi frequenta l’Elba e degli elbani stessi chiede da tempo. Cioè che in questo amato scoglio non si pensi solo ad organizzare il turismo delle spiagge, ma anche altro, ed in questo “altro” ci possono stare tante cose ma uno spazio sempre maggiore viene richiesto per quella che una volta veniva chiamata “La Cultura”.
L’United Nations World Tourism Organization (UNWTO) è l’agenzia delle Nazioni Unite e la principale organizzazione nel mondo nel settore turistico e sul suo sito dà l’Italia in crescita per presenze turistiche nel 2016 rispetto al 2015. Ma approfondendo la ricerca si va anche a conoscere quali siano le tipologie di turisti in crescita nel mondo, ed una grande fetta della torta del turismo se la stanno prendendo lentamente ma inesorabilmente quelli che si chiamano Turisti Culturali.
All’interno della denominazione di turista culturale è compreso chi si sposta per eventi culturali, concerti per esempio o prime teatrali, chi si sposta per motivi ambientali come gli escursionisti o chi va a cavallo, i cicloturisti che da noi scarseggiano per mancanza di vere e proprie piste ciclabili, chi insieme al soggiorno per il riposo visita anche mostre ed altro, i frequentatori dei Parchi Nazionali, insomma chi venendo all’Elba –sempre per fare un esempio- non cerca solo la spiaggia e la comodità della ricezione ma ha voglia di fare qualcosa di altro, che può essere la sagra ma anche la presentazione di un libro interessante o sentir parlare di storia.
Ma la cosa che è interessante sapere dai dati pubblicati dalla suddetta agenzia è che il turista culturale spende generalmente il doppio del turista “semplice”.
Adesso mi chiedo: Che cosa ha l’Elba che di turismo vive, di meno da offrire a questo tipo di turista rispetto ad altri siti turistici mediterranei? E tralasciando l’euforia del sentimento che subito mi farebbe dire “Un Bel Niente” rifletto e dico: “Proprio Un Bel Niente”.
La nostra storia inizia dal neolitico passando per gli etruschi e l’impero romano, e poi il Medio Evo e il Rinascimento che tutto il mondo studia mentre noi forse un pochino l’abbiamo trascurato. Ai nostri boschi forse manca un po’ più di cura e pulizia, come del resto sulle nostre strade, il mare e le spiagge che occorre mantenere e non sporcare anch’esse né con scarichi né col cemento. E poi la città fortezza e la città ideale, i pirati, la storia mineraria e tanto altro ancora a cominciare da napoleone, ma senz’altro mi dimentico qualcosa.
Allora mi prendo la libertà di lanciare una proposta a chi di turismo si occupa in prima persona, sindaci in testa, perché non proporre l’Elba e l’Arcipelago Toscano a Capitale Europea della Cultura per il 2025? Mancano meno di 8 anni, forse sono pochi per la burocrazia e allora spostiamo la data un pochino avanti, ma se le cose si fanno in collaborazione per un interesse collettivo e ci si crede ce la possiamo fare.
In attesa di diventare Capitale Europea della Cultura perché non ripetiamo Le notti dell’archeologia in stagione autunnale? Da settembre la tipologia del turista cambia, è meno frenetico e più contemplativo, potrebbero esserci piacevoli sorprese.
Maristella Giulianetti