Il 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo istituito dalla legge 92/2004: "Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle Foibe, dell'Esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale".
Quest'anno, mi sembra opportuno cogliere l'occasione per sottolineare che, in questo come in altri casi, dobbiamo porci seriamente il problema dell'alternativa alla violenza.
Per questo, riservandomi successivi approfondimenti, come elemento di riflessione e confronto, riporto qui sotto un "manifesto" che presenta l'alternativa nonviolenta.
E' scritto da Peppe Sini, curatore di "La nonviolenza in cammino", il Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza.
Solo la nonviolenza
Solo la nonviolenza può fermare la guerra.
Solo l'azione diretta nonviolenta è in grado di far cessare le stragi.
Solo la scelta nonviolenta difende i diritti umani e consente la convivenza.
La nonviolenza è forte: può opporsi efficacemente alla forza delle armi; può sfidare coerentemente i più grandi poteri del mondo.
La nonviolenza è umile: non richiede attitudini eccezionali, pose monumentali, proclami retorici; non richiede ingenti risorse fisiche o finanziarie; richiede limpidezza di condotta ed assunzione di responsabilità.
La nonviolenza è concreta: interviene realmente nel conflitto; porta la pace e la giustizia nel suo stesso porsi; si oppone ugualmente alla vigliaccheria ed alla violenza; educa alla dignità umana.
La nonviolenza è coerente: è l'unico modo coerente di lottare contro la violenza; è l'unico modo coerente di affermare la dignità di ogni essere umano; è l'unico modo coerente per ridurre l'ingiustizia e il dolore nel mondo.
La nonviolenza è il potere di tutti: poiché tutti possono lottare con la nonviolenza, poiché la nonviolenza fa appello a tutti, poiché la nonviolenza rispetta la dignità di tutti e di ciascuno.
La nonviolenza è adesione alla verità, è forza della verità: da Gandhi a Capitini gli amici della nonviolenza sanno che essa è incompatibile con la menzogna, con i sotterfugi, con gli intrighi e le doppiezze: la nonviolenza è l'amore per la verità che irrompe nell'agire politico e sociale, è il principio responsabilità (il rispondere al volto dell'altro che muto e sofferente ti interroga -Lévinas-, il farsi carico del mondo e dell'umanità -Jonas-) che si rende operare autentico; è la critica della ragion pratica che si fa movimento di solidarietà e di liberazione.
La nonviolenza è lotta come amore: lotta integrale contro l'ingiustizia e la menzogna, lotta integrale per la comunicazione e la dignità, lotta integrale contro la violenza; lotta integrale per i diritti umani, lotta integrale per un'umanità di eguali, liberi e fraterni.
La nonviolenza è utopia concreta, principio speranza, ortopedia del camminare eretti: abbiamo usato queste tre formule del filosofo Ernst Bloch per significare che la nonviolenza è concreta azione e concreto progetto politico e sociale di dignità umana e difesa della biosfera; che la nonviolenza è inveramento della speranza in una lotta coerente e che nel suo stesso farsi è liberante; che la nonviolenza è affermazione ed istituzione del diritto e dei diritti, legalità e democrazia in cammino.
Nunzio Marotti