“Testa di Rame” è una delle storie tragicomiche del dopoguerra italiano, raccontata con ironia e poesia, uno spettacolo che pone in luce una delle figure più importanti, anche se meno celebrate, della vita portuale del dopoguerra livornese: quella del palombaro. Andrà in scena al Teatro dei Vigilanti giovedì 7 febbraio alle ore 21.15, interpreti: Andrea Gambuzza e Ilaria Di Luca della compagnia Orto degli Ananassi.
Livorno 1945. A pochi anni dalla Liberazione, in una città tutta da ricostruire, Mario Cavicchi detto “Scintilla” palombaro innamorato del mare e delle sue profondità, vive con Rosa, moglie impulsiva, gelosa e caparbia. Impigliati della loro libecciosa storia d’amore, si agitano finanzieri e contrabbandieri, gente di Borgo, Americani e “ signorine”, che spingono i due protagonisti ad un’immersione nel mistero dei loro sentimenti, alla riscoperta del legame che li unisce . Partendo dalla raccolta di materiale documentario e interviste con i protagonisti e i testimoni dell’epoca, gli autori danno vita a una pièce teatrale sulla vita e le vicissitudini dei palombari. Il risultato è un affresco sociale, popolare ed estremamente vivo, delle condizioni di vita di questi piccoli grandi eroi comuni, proiettato sullo sfondo di una tormentata storia d’amore .
"L’obiettivo che ci siamo posti con questo spettacolo - raccontano i due autori Gambuzza e Benucci - è stato quello di dare vita ad una proposta che restituisse un affresco sociale, popolare ed estremamente vivo, delle condizioni di vita di questi piccoli-grandi eroi comuni e di proiettarlo sullo sfondo di una storia d’amore. Il linguaggio utilizzato- aggiungono - è il livornese: scelta obbligata, ma di non poco conto. Da una parte, infatti, avevamo bisogno di un ineludibile ancoraggio popolare, dall’altro abbiamo voluto liberare proprio questo linguaggio da quel "travestimento vernacolare" che, a nostro avviso, ha impedito finora al livornese di esprimere fino in fondo le proprie potenzialità espressive. Il nostro obiettivo è stato quello di dimostrare che in livornese si può trattare un materiale "epico" senza per questo vederlo degradato a macchietta. Nello stesso tempo, proprio questa epicità è sostenuta dalla leggerezza che le conferisce la lingua utilizzata, in una continua alternanza tra tragicità e ironia che è propria dello spirito labronico .”
Vendita biglietti :
Da sabato 2 febbraio, presso la sede della Cosimo de’ Medici.
Lunedì, mercoledì, giovedì e sabato dalle 9 alle 14. Martedì e venerdì 9 – 12, 17 – 19.
Prezzo dei biglietti: € 15,00 palchi, € 10,00 palchi ridotto. Info 0565 944024.