Partiti sabato scorso dallo stesso binario della stazione di Firenze dal quale, il 9 novembre 1943, 300 ebrei fiorentini furono trasferiti in treno ad Auschwitz, in Polonia, i nove studenti elbani partecipanti al Treno della Memoria sono tornati giovedì sera da quello stesso campo di stermino, accompagnati dal prof Marco Ambra, con negli occhi l' incredulità per un orrore che non si arriva a percepire nella sua assoluta brutalità per quanti libri puoi aver letto e film visto sulla Shoa.
Parte di questa nuova consapevolezza, le ragazze e i ragazzi delle quarte dell' ISIS Foresi, ce lo hanno ritrasmesso sabato sera nell' aula magna della scuola del Grigolo, sia quelli con ancora negli occhi le montagne di capelli, occhiali, scarpette accatastati nei pressi delle camere a gas truccate da docce, che 22 dei 40 allievi e allieve delle 'Perle dell' Arcipelago' il gruppo nato dal corso di teatro che la docente Pof.ssa Ilaria Chirici tiene con successo da cinque anni nella scuola.
Uno spettacolo , "Chi sono io?" evocativo e suggestivo, quello messo in scena dagli studenti e studentesse del pluripremiato laboratorio didattico-educativo / scuola di teatro, a partire da un abbigliamento a righe verticali, piedi nudi e corpi usati a disegnare tremori, smarrimento, sofferenza e morte, intrecci di braccia come i fili spinati elettrificati nei quali a volte era preferibile attaccarsi per farla finita. Un' azione scenica intervallata dalla pronuncia di brevi testi urlati a scuotere l' indifferenza che, ieri come oggi, è la base che consente il realizzarsi della disumanità: frasi di Anna Frank dal Diario, Primo levi, Hannah Arendt e frasi create dagli stessi attori-studenti, fino al finale di forte impatto emotivo, molto 'Living Theatre', con gli attori silenziosi in piedi, a fissare da pochi centimetri il pubblico seduto, 'costretto' a capire, alzarsi e ad abbracciare il perseguitato, l' altro da sé. Il microfono è poi passato per pochi minuti ai docenti che da ottobre hanno preparato con diverse ore supplementari di lezione circa 40 studenti ( su base volontaria ), il Prof. Corrado Nesi e il Prof Marco Ambra ( accompagnatore del viaggio), per inquadrare l' attualità dell' esperienza di toccare con mano qualcosa di incomprensibile dal punto di vista etico, necessario antidoto a che ciò non si ripeta mai più. La consapevolezza di dover trasmetter quindi questa memoria, di saperla vedere nell' indifferenza dell' oggi dove persone 'diverse' smettono di esistere in quanto tali per trasformarsi in 'cose' che possono anche finire in fondo al mare, è apparsa chiara dalle testimonianze finali di Stefania Pinna, Flaminia Panico, Veronica Malqui, Elena Carletti, Evelin Lupi, Sofia Pacini, Michele Schiavone, Camilla Diakité e Cristian De Nuccio, capaci di cogliere nella testimonianza di cosa li avesse più colpiti in questo viaggio, il contesto generale di indifferenza e sottovalutazione che ha favorito la tragedia della Shoa e la necessità di dover essere parte attiva nell' allargare questa consapevolezza.
cr