Il libro per ragazzi di Marisa Sardi, "Il duca Cosimo I dè Medici e la fondazione di Cosmopoli" sarà presentato a Portoferraio, presso la Libreria del centro storico MardiLibri, il 21 giugno alle ore 18.30.
Ad introdurre l'autrice saranno Angela Galli (Edizioni Persephone) e Maria Gisella Catuogno, alla quale si deve la bella prefazione che qui viene riproposta.
Al termine aperitivo in collaborazione con La Barca delle Matte e saluto del nuovo assessore alla cultura Dott.sa Nadia Mazzei.
La Prefazione di Maria Gisella Catuogno
Il racconto storico di Marisa Sardi ha il pregio di immergerci, fin dalla prima pagina, nell’Elba di quasi cinquecento anni fa: un pastorello di capre a Montemarciale, la chiostra dei colli circostanti, la natura profumata di maggio, la paura dei turchi, una galeazza in avvicinamento col biancore delle sue vele spiegate. Dall’imbarcazione scenderà invece il duca di Firenze Cosimo I°, che viene a “benedire” i lavori della fondazione della sua città, quella a cui offrirà come sigillo un dono prezioso, addirittura il suo nome. Il pastorello, cui il destino (o la casualità) ha attribuito la fortuna di chiamarsi Giovanni, come il padre e il figlio di Cosimo, incontrerà il Signore fiorentino e potrà saggiarne l’umanità e la generosità.
Da tale espediente narrativo nasce una ricostruzione attenta dell’arco temporale compreso tra la prima visita del Principe, il 15 maggio 1548 e il secondo arrivo, il 2 aprile 1559: la fondazione di una città fortificata, concepita come baluardo difensivo contro le incursioni piratesche e garanzia di sicurezza dei commerci nel Mar Tirreno; espansione marittima del ducato; esibizione di forza, potenza e bellezza. Quelle narrate sono le modalità di svolgimento di un progetto grandioso: dotare l’Elba “ferrigna” di una piazzaforte militare imprendibile, attraverso la costruzione di un sistema difensivo formidabile, culminante nei due forti collinari del Falcone e della Stella e della Torre della Linguella, a mare, a difesa del porto naturale. Dunque la storia di una (ri)nascita, dal primitivo insediamento romano e dall’antico nucleo medievale, verso la città di Cosimo, ossia Cosmopoli, la città del “cosmos”, vale a dire dell’armonia (e della sicurezza), che si oppone al caos e alla barbarie delle incursioni turche, saracene e barbaresche. In tale progetto del duca fiorentino traspare tutto lo spirito del Rinascimento, con la sua ricerca di razionalità e di nitore estetico: Cosimo si affida a valenti architetti del tempo, prima il Bellucci, poi il Camerini, perché Cosmopoli sfidi la rovina del tempo e dell’incuria umana.
Il racconto indaga fatti storici grandi e piccoli di quegli anni: le straordinarie difficoltà dei lavori, la loro incredibile celerità, l’immensa “macchina umana” coinvolta, gli strumenti usati, la progettazione di chiese e “misericordie”, il ritrovamento di un crocifisso, quello di un piccolo tesoro etrusco, i sogni che suggeriscono nomi e decisioni. Ma penetra anche la psicologia dei protagonisti: Cosimo, continentale, che ha trascorso la sua infanzia al Castello del Trebbio, nel cuore della Toscana, che si lascia tentare dal fascino del mare per dare slancio e respiro al suo ducato; Giovanni, che, pur nella sua giovane età, è angustiato dalla consapevolezza della precarietà economica della famiglia e dal dolore per la cattura del padre da parte del pirata Barbarossa.
E non mancano spiegazioni di toponomastica (Casa del Duca, chiesa della Natività), cenni al passato romano della città (i pavimenti della villa romana della Linguella) o lezioni di falconeria. E mentre Giovanni, anche grazie al Principe, oltre che alla sua intelligenza e laboriosità, troverà la strada di una felice realizzazione personale e familiare, Cosimo programmerà attività economiche future (la tonnara, le saline, la valorizzazione e la modernizzazione dell’agricoltura) per rendere la città nascente un abitato attraente ed economicamente appetibile, che gode di esenzioni fiscali e privilegi. E il mare che lascia dietro di sé, allontanandosi dalla sua Cosmopoli, dovrà più unire che dividere, fare da ponte piuttosto che da barriera. Ma se questo si realizzerà, neanche a un Signore potente come lui è dato saperlo.
Insomma, le pagine di Marisa si lasciano leggere con facilità e ci catturano, arricchendo la conoscenza dello straordinario passato della città in cui viviamo, la quale, oggi più che mai, merita una cura, un rispetto e un amore proporzionati alla sua storia.