Il naturalista elbano Giacomo Damiani (1871-1944) fu testimone di uno straordinario flusso di crocieri (Loxia curvirostra) all'Elba, piccoli uccelli caratterizzati da un curioso becco incrociato che li aiuta nell'estrarre i semi dalle pigne delle conifere. Si tratta di una specie non mediterranea che, in quel luglio 1909, si rese protagonista dell'«invasione» elbana.
Nell'articolo «Un'invasione di crocieri all'isola d'Elba», scritto a Portoferraio il 26 agosto 1909 e pubblicato su «Avicula. Giornale ornitologico italiano», Giacomo Damiani così descrisse il fatto: «All'Elba io ebbi per primo a constatarne la comparsa or sono 20 anni, e precisamente ai 15 agosto 1889; l'esemplare è nella Collezione Italiana del Museo di Firenze.
Molto probabilmente qualche altro esemplare sarà irregolarmente spinto, in estate, fino all'Elba, ma finora mai ebbe a constatarne una massa così ingente che si abbatté specialmente nel parco e nella macchia della Villa di San Martino e al Poggio che offrono condizioni favorevoli per l'alimentazione del crociere, consistente in semi di conifere ch'egli ricerca nei durissimi frutti con singolare abilità. A San Martino, infatti, i viali erano letteralmente coperti delle coccole e delle pine immature delle svariate conifere circostanti. Con lodevole premura, il proprietario della Villa dispose perché non pochi ne fossero uccisi per essere conservati nella Collezione Ornitologica Elbana che ha raggiunto ormai i 900 esemplari, alcuni dei quali notevolissimi. Anche tra quella ventina d'individui si notano le più svariate mute e colorazioni dal grigio verdastro al rosso cinabro, splendidi, come di solito si verifica in queste grandi colonne migranti, sospinte, per lo più da correnti atmosferiche e vicissitudini meteoriche eccezionali come infatti avvenne e per più giorni, nella prima metà del corrente luglio, in cui i forti dislivelli barometrici, correnti di libeccio e scirocco con venti, temporali e nevi sui monti furono, come pare, conseguenza di cicloni atlantici discesi fino a noi non avendo incontrato la valida barriera anticiclonica.
L'invasione s'iniziò nei primi di luglio e si protrasse, sempre diminuendo, fino alla prima metà. Tutta l'isola, nella sua non indifferente superficie di oltre 200 kmq fu visitata, nelle località più adatte, da branchi o branchetti di crocieri. Stante il divieto di caccia, le prede furono scarse e solo per curiosità fu loro tirato qualche colpo di fucile. Mi consta che le località prescelte furono le boschive, ma, avvenuta l'incursione, molti crocieri si sparsero anche in pianura, fin presso al mare, soprattutto nelle piccole vallate ricche di alberi fruttiferi, specialmente peschi, sui quali andavano ricercando, oltre la polpa dei frutti, larve ed insetti minuti. In un viale di gelsi di una villa adiacente al mare in località Magazzini, potei ucciderne quattro, in livrea grigia e giallastra, in meno di mezz'ora, e molti altri ve ne lasciai per il divieto di caccia. Come in alcuni giardini di ville, e anche adiacenti all'abitato come fu constatato a Marciana Marina, vi si localizzarono, dimostrandosi confidenti, per non dire affatto stupidi. Alcuni furono presi semivivi a sassate!
Per tutto luglio se ne videro, sparsi con una certa frequenza, tantoché credo che, se non l'invasione, il passo abbia durato, sempre decrescendo, per tutto il mese. Nel parco della Villa di San Martino ebbesi una notevole ripresa verso il quindici di agosto. L'apertura della caccia trovò le nostre campagne deserte di crocieri, ormai, in pochi individui, localizzatisi a qualche centinaio di metri di altitudine in boschi di conifere. Può darsi che qualche soggetto s'indugi ancora per ritrarsi verso l'autunno nelle naturali sedi di nidificazione. Da alcuni egregi colleghi e collezionisti ho avuto richiesta di pelli di crociere, a ricordo dello, straordinario per noi, fenomeno ornitico.
A tutt'oggi, ne ho avuti una trentina di esemplari, in prevalenza giovani; non pochi ne sono stati presi e gustati; ed infatti erano tutti grassissimi e veramente squisiti, paragonati da alcuno alla finezza dell'ortolano».
Silvestre Ferruzzi