Arrivò in foresta lontana una papera che era brutta, anzi bruttissima. Nessuno voleva stare assieme a lei anche se aveva un ottimo carattere, la papera infatti era altruista, generosa e si preoccupava sempre per gli altri. Nella foresta abitavano tanti animali: uno di questi era un pavone bellissimo che non perdeva occasione per aprire la coda e mostrare le sue stupende piume variopinte. Nonostante la sua bellezza, il pavone aveva anche dei difetti, infatti era taccagno, egoista, vanitoso e non si preoccupava mai degli altri. Anche solo da questa descrizione si può intuire che il pavone, a differenza della papera, aveva davvero un pessimo carattere. Passarono anni e, come temuto dalla papera, nessuno aveva voluto diventare suo amico, tutti infatti avevano preferito l'amicizia del pavone. Per fortuna alla papera poco importava se gli altri non gradivano la sua compagnia, in cuor suo sapeva di es-sere una brava persona, e che se anche non era bella fuori era bella però dentro.
"Anche se non sono bella fuori, sono bella dentro"
si ripeteva tutti i giorni davanti allo specchio ed aveva consapevolezza del fatto che il pavone era molto bello e che aveva molti amici per questo motivo. La papera si ripeteva anche:
"Sono come la brutta copia del pavone, ma io ho qualcosa da dare agli altri, il pavone invece pensa solo a se stesso"
Un giorno d'estate tutti gli animali della foresta, compresa la papera, decisero di andare a fare il bagno nel lago, tuttavia, come al solito, nessuno si avvicinò alla nostra povera brutta papera. Ad un certo punto il panico corse tra gli animali della foresta, un cucciolo di coniglio stava annegando. Eroicamente senza perdere nemmeno un secondo a pensarci, la papera si tuffò in acqua e recuperò il picco-lo coniglio, mentre tutti gli altri animali, pavone com-preso, erano rimasti paralizzati dalla paura di annegare. La madre del coniglietto le era infinitamente grata, ed incominciò a sentirsi in colpa per l'atteggiamento che lei e gli altri animali della foresta avevano tenuto nei confronti della papera. Quindi chiese alla papera:
"Perché hai salvato mio figlio, nonostante nes-suno di noi ti avesse mai rivolto nemmeno la parola?"
e la nostra eroina rispose:
"è quello che mi sentivo di fare e l'ho fatto"
Da quel giorno tutti capirono che avevano sbagliato a tenere quell'atteggiamento nei confronti della papera, così tutti, ormai amici, impararono una lezione importantissima che è anche la morale della nostra favola: una persona può essere brutta fuori, ma bella dentro; inoltre chi è diverso va comunque rispettato.
Silvia Costanzo