Isabelle era appena arrivata in biblioteca per cercare dei libri utili alla sua ricerca, lavoro da consegnare il giorno dopo a scuola. La diciassettenne aveva infatti come compito una ricerca sulle foreste del Canada. Isabelle era la tipica ragazza americana: aveva un fisico slanciato ed atletico e quando si muoveva sembrava camminare sfiorando appena il pavimento. Era una persona dolcissima, cosa che traspariva anche dal suo viso. Solo i colori tradivano delle possibili origini irlandesi dato che aveva bellissimi capelli rossi e due occhi verdi come smeraldi. In realtà non sapeva molto delle sue origini: la madre, l'unica parente in vita della sua famiglia, non amava parlare del passato. Le aveva solo raccontato di suo padre che, dopo i primi mesi di vita felice, le aveva improvvisamente abbandonate. Da allora non aveva avuto più notizie di lui e lo considerava come morto. Dopo aver cercato per un'ora intera in tutta la biblioteca, Isabelle decise di andare al piano inferiore. Scendendo i gradini intravide vari mobili in mogano con ripiani colmi di libri impolverati dal tempo. C'era una netta differenza tra il piano superiore e quel-lo sottostante. Dai ripiani in stile moderno si passava allo stile antico, che dava una sensazione di mistero e tranquillità. Alcuni elementi che ricordavano lo stile retrò erano le vecchie lampade ad olio, le colonne in marmo bianco ed i tavoli che conferivano all’ambiente un aspetto rustico. Scesa dalla scala dopo qualche settore trovò quello che cercava. Appena toccò il libro, sentì un rumore proveniente da dietro simile ad un movimento ad ingranaggi. Tirando ancora di più il libro a sé, lo scaffale si aprì cigolando come se fosse diviso in due. Isabelle, intimorita ma divorata dalla curiosità, entrò nel passaggio. Si trovò in un tunnel stretto e buio, con una luce fioca in fondo. La ragazza voleva raggiungere quella luce e camminò piano piano, sperando di non inciampare. Via via la luce diventava più forte e lei si sentiva sempre più incuriosita. Dopo poco, trovò l'uscita che portava nel cuore di una bellissima foresta. Subito la colpì un'esplosione di tonalità di verde: era sicuramente un luogo rigoglioso, con piante tanto alte da non riuscire a vedere la cima. Guardando in alto Isabelle intravide i raggi solari filtrare tra le fitte foglie. Quello spettacolo le diede subito un senso di serenità che in realtà non riusciva a spiegare: chi si sarebbe sentita al sicuro nel mezzo di un bosco sconosciuto? Mentre pensava a quanto fosse strano, le si avvicinò silenziosamente un lupo che, con suo enorme stupore, le iniziò a parlare:
“Benvenuta Isabelle, ti stavamo aspettando! Ma non devi aver paura di me, io sono Max, il guardiano del tunnel della luce e da adesso sarò la tua guida. Questa è la foresta di Wonderland Tu sei qui, come dice la leggenda, per aiutarci a sconfiggere la Grande Avvelenatrice, dove passa lei tutto muore. Solo tu con la tua forza potrai mettere la parola fine al suo dominio. Infatti, siete due poli opposti, come la luce e il buio
Ora seguimi”.
Isabelle si sentì stordita da un vortice di emozioni: un lupo le aveva appena parlato e quelle che diceva sem-bravano cose insensate. Eppure non aveva paura, anzi, non esitò a seguirlo. Dopo un giorno di cammino arrivarono nel cuore della foresta. Sentirono degli scricchiolii a poca distanza da loro. Il lupo, guardandosi di lato disse:
“Tu continua a camminare, io intanto vado a controllare”.
Allora Isabelle avanzò lentamente nella foresta finché non arrivò ad uno spiazzo dove tutte le piante sembravano marce e morte. In mezzo alle piante si trovava una figura apparentemente cadaverica. Quando questa si voltò, Isabelle rimase impietrita: era una ragazza alta, magra, con i tratti del viso simili ai suoi: aveva capelli scuri come la pece, la pelle bianca come gli abeti innevati in pieno inverno.
Quegli occhi le ricordavano qualcosa, ma non sapeva precisamente cosa...
Racconto scritto a sei mani dal gruppo Wonder:
Sara Farina, Rebecca Parrini e Annalisa Soria