L’alternativa invernale al Grigolo era la “Grotta Azzurra”, dove il sabato sera c'era sempre festa e il tavolo di nonna Giulia e quello di “nonna” Emilietta erano sempre uniti e giù risate a gogò. Dato che sua nuora Giuliana gestiva il bar al Grigolo, il tavolo dei Boggio era quello più vicino al circolo e il più numeroso. Ogni anno vi si aggiungevano tanti amici e soci che in estate stavano fissi alla Lega.
Alle famiglie di Nanni, Giancarlo, Giuseppe, Anna, Italia e Teresa, nel tempo si sono uniti anche i Mellini, ovvero la famiglia di Franco di Firenze e quella di Mario di Pontedera. Lui stesso, come ho ricordato in questa cronaca del Grigolo dettata più dal cuore che dalla testa, mi ha raccontato che in un Ferragosto da record contò 98 persone sedute con loro!
Il più delle volte si univa alla assortita ed allegra tavolata anche la famiglia di Ivo Borgoni, un altro portoferraiese da anni traferitosi a Torino. Avendo svolto il lavoro di tornitore e di capo meccanico alla Fiat, era lui che risolveva ogni volta un problema di quel genere o vicino a quello richiedesse il suo intervento. Poi c'era la tavolata di Marcello Frangioni (“Marcellone”) con sua moglie Giovanna e i figli Roberto e Fabrizio. Con loro spesso sedeva la famiglia del Colonnello Patrì, credo di Napoli. Era giunto nella nostra città qualche anno prima per dirigere il locale comando dei Carabinieri e innamoratosi di questa strana isola, di questo strano popolo e di questa strana umanità così variopinta e divertente, aveva acquistato casa proprio in via dell'Amore, vicino al voltone di accesso al circolo della Lega Navale. Il 15 di agosto di qualche anno dopo, hanno cominciato ad apparecchiare la loro tavola al Grigolo anche Rosanna e Giancarlo detto Zenone dal soprannome del babbo. Giancarlo lavorava come cuoco a bordo della Toremar e occasionalmente, dato che era intonatissimo, intratteneva gli amici con qualche pezzo classico, anche napoletano. Molto preziose erano la sua opera e la sua presenza alla Grotta Azzurra, la succursale invernale del Grigolo appunto.
Noi Donati avevamo il nostro posto fisso nella parte del piazzale opposta a quella del bar, sotto i tamerici che da quel lato sono affacciati sul mare, è la zona dove un tempo erano ubicati i Bagni Napoleone e poi il circolo dei dirigenti ILVA. Quella posizione ci tornava comoda per salire e scendere le “scalette” ed arrivare velocemente in via Roma a casa di nonna, per prendere o riportare posate, pentole, pane, vino, poca acqua etc.
Mio zio Paolo Donati (Tascone) con i miei cugini Monica e Cristiano e mia zia Silvana venivano da Piacenza. Da Mannheim in Germania l'estate arrivava mio zio Pierluigi (Gigi), il cugino del mi’ babbo, con zia Ruth e la mia biscugina Desirée insieme ai loro numerosi amici.
Qualche volta da Grosseto era venuto anche l'altro cugino Vinicio con la moglie Edda, le mie biscugine Michela e Debora e le rispettive famiglie. Mio zio Luciano (Il Conte Donati) da buon anarchico bohemien profondamente allergico ai rimpatri familiari, non presenziava quasi mai, salvo rarissime eccezioni dovute alle insistenze di mi’nonna .Poi c'erano mia Zia Mariella con il marito Franco Bellosi e miei cugini Luca e Daniele. Mio zio Marcello con mia zia Anna Posini. Pesce e ghiaccio non mancavano mai perché zia Dorina e zio “Pezzettino” (Albino Mazzantini) all'epoca erano in società con Angiolino Mazzei di Marciana Marina ed erano tra i più grandi, forse proprio i più grandi ,commercianti di prodotti ittici dell'Isola.
A tutti questi, nel corso del pomeriggio si aggiungevano anche altri amici provenienti dal bar “da Nando” (Kursal) in piazza Cavour che era il nostro ritrovo quando non eravamo al Grigolo.
L’apertura del grande cocomero, che la mattina era andato a scegliere di persona per zio “Pezzettino”, era un rito che aspettavamo con impazienza. Dopo quel cerimoniale arrivava la libertà e lo“sbraco” totale. C’era chi iniziava a ballare sul piazzale antistante; chi come Ennio recitava e cantava la sceneggiata napoletana di Mario Merola correggendola in riese; chi giocava a carte, chi si era avvitato, complice” il boccione” di vino nella solita discussione di politica, allora subito scattava l’urlo degli altri : “ma la fate un po' finita no!” C’era chi rideva per qualche “sfondone” della mi’ nonna.
A proposito.... Un giorno il “mi babbo”, che di mogli e di fidanzate italiane non ne voleva sapere, si presentò al pranzo di Ferragosto con quella che qualche anno dopo sarebbe diventata la sua seconda moglie; una donna dai capelli biondo platino con una grande pamela beige in testa munita di fiore e veletta, tailleur intonato, scarpe e borsetta argentati e accento inglese. Così il “figliolo” si rivolse alla mamma : “Ciao ma’, ti presento Morine, ti piace? “- Lei subito:“O mi pare tutta la bambola della Cirio!” Questa era la mi’ nonna!
Michel Donati