La dittatura militare tenne il piede sulla testa dei Greci dal 21 aprile 1967 al 24 luglio 1974. Mikis Theodorakis fu torturato e messo in galera, le sue musiche erano proibite.
Era il tramonto di un settembre fresco, stavo seduto alla solita caffetteria di piazza Syntagma e osservavo l'andirivieni della gente, affrettata anche nella parlata. I Greci danno spesso l'impressione di essere agitati, ma forse sono solo energetici. D'improvviso da tutte le vie entrò una processione di uomini e donne di varia età a riempire lo spazio davanti al Parlamento chiuso dai colonnelli. D'un tratto si fermò l'afflusso, i passi della folla si fermarono e un profondo, pauroso silenzio s'impadronì della scena. Poi, all'unisono si levarono le voci del canto Ine Megalos O Kaimos! È grande la tristezza! Erano le parole di Dimitris Hristodoulou, e la musica appassionata di Mikis, nato anche lui in un'isola, quella di Chio. Le mani battevano al ritmo, le bocche cantavano, la Grecia singhiozzava. La canzone toccava il cuore, smuoveva il sentimento: io piansi assieme ad altri, e ancor oggi ricordando mi commuovo. Il Theodorakis della colonna sonora di Zorba il greco, nel 1964, con il sirtaki ballato dal grande Anthony Quinn è il più popolare e noto nel mondo, ma l'evento che scuote me con tanti altri ha le sonorità di Kaimos. Credo che al regime dittatoriale quella manifestazione abbia fatto paura più di qualsiasi altro gesto, anche violento. Finito il canto, la folla si disperse rapida, composta, in un silenzio irreale.
Testarda l'avversità verso i dittatori, verso chi limiti la libertà e metta in prigione e torturi chi la pensa diversamente da chi spradoneggia.
Nel settembre del 1990 incontrai Mikis ad Alessandria d'Egitto al Said Darwish Theater e trascorremmo tre giorni assieme, consumando i pasti in una modesta tavernetta. Si dava un balletto in sedici scene ispirato dal mio Per una Danza Araba, e lui preparava un concerto delle proprie musiche dal titolo Zorba il greco. Raccontai di quella sera ad Atene, l'aveva saputo, certo, ma lo stesso si commosse.
Theodorakis: artista anche nella vita, nell'aspetto. Era seriamente stralunato, disattento all'apparenza, ma molto sensibile a ogni moto di vita. La sua mano si lasciava stringere e pareva non volersi staccare, mentre la sua criniera strampalata era scossa da un misterioso vento e il suo sguardo luccicava di ricca vita interiore. Mikis si è addormentato per sempre, oggi 2 settembre del 2021! Resterà in altro modo a stare sveglio: nella sua musica! Sua dimora il cuore della gente.
Manrico Murzi