"È necessario ricordare lo sterminio di milioni di ebrei e persone di diverse nazionalità e fedi religiose. Non deve più ripetersi questa indicibile crudeltà". Queste sono le parole pronunciate da papa Francesco alla vigilia della Giornata della Memoria, che si celebra il 27 gennaio 2022.
Accanto ai tanti contributi sul tema, vorrei riprendere quanto l'attuale pontefice scrive nell'enciclica Fratelli tutti.
Ne tratta nel capitolo settimo, intitolato "Percorsi di un nuovo incontro" che parla di verità, di perdono, di memoria, di guerra e di pena di morte. Nella sezione dedicata alla memoria (nn.246-249), richiama il dovere di non dimenticare. Non vanno dimenticati la Shoah, i bombardamenti atomici a Hiroshima e Nagasaki, le persecuzioni, il traffico di schiavi e i massacri etnici... "fatti storici che ci fanno vergognare di essere umani. Vanno ricordati sempre, sempre nuovamente, senza stancarci e senza anestetizzarci" (248). "Senza memoria - continua Francesco - non si va mai avanti, non si cresce (...) Abbiamo bisogno di mantenere la fiamma della coscienza collettiva, testimoniando alle generazioni successive l'orrore di ciò che accadde (...) affinché la coscienza umana diventi sempre più forte di fronte ad ogni volontà di dominio e di distruzione" (249). Occorre ricordare le vittime ma anche "quanti, in mezzo a un contesto avvelenato e corrotto, sono stati capaci di recuperare la dignità e con piccoli o grandi gesti hanno scelto la solidarietà, il perdono, la fraternità". E' la memoria del bene, dei giusti della storia, che indicano all'uomo che è sempre possibile un atto di coscienza contro qualunque disumanità.
In ambito educativo, penso che sia molto importante sottolineare proprio questo ultimo aspetto, la possibilità dell'umano che si afferma pur in condizioni avverse. E' il primato della coscienza, che difende e promuove l'uomo, che esalta l'umanità che si è. Come sembra esprimere la giovane Etty Hillesum, trucidata ad Auschwitz, che nel Diario annotò: "Ma cosa credete, che non veda il filo spinato, non veda i forni, non veda il dominio della morte, sì, ma vedo anche uno spicchio di cielo, e questo spicchio di cielo ce l’ho nel cuore, e in questo spicchio di cielo che ho nel cuore io vedo libertà e bellezza. Non ci credete? Invece è così".
E a proposito di Shoah, credo sia utile in questa giornata riportare quanto Francesco scrive al n.247: "La Shoah non va dimenticata. È il simbolo di dove può arrivare la malvagità dell’uomo quando, fomentata da false ideologie, dimentica la dignità fondamentale di ogni persona, la quale merita rispetto assoluto qualunque sia il popolo a cui appartiene e la religione che professa. Nel ricordarla, non posso fare a meno di ripetere questa preghiera: 'Ricordati di noi nella tua misericordia. Dacci la grazia di vergognarci di ciò che, come uomini, siamo stati capaci di fare, di vergognarci di questa massima idolatria, di aver disprezzato e distrutto la nostra carne, quella che tu impastasti dal fango, quella che tu vivificasti col tuo alito di vita. Mai più, Signore, mai più!'".
La memoria del passato ispiri rispetto, accoglienza, solidarietà e fraternità nel presente e nel futuro.
Nunzio Marotti
Nella foto la spilla del Viaggio con gli studenti ad Auschwitz nel gennaio 2007