In occasione del Giorno della Memoria invio la foto di una lapide e della sua storia.
Giuseppe Cecchini Giuseppe nato a Rio Marina il 10.10 1904 e scomparsi nel 1975 - dopo aver vissuto per circa un quarantennio alla Sghinghetta si Portoferraio - fu il protagonista di una eroica vicenda.
Giuseppe durante il secondo conflitto mondiale svolgeva serviziomilitare in un piccolo paese (Castiglioncello sul Trinoro nel comune di Sarteano) che si trova tra Siena ed Arezzo.
Conosceva la lingua tedesca perchè precedentemente era emigrato in Germania.
Invio le foto e la storia rinvenuta con una piccola ricerca in rete che mi sembra particolarmente toccante
La storia di un valoroso sconosciuta alla stragrande parte dei suoi concittadini.
Persona semplice ma di temperamento e coraggio: nonostante avesse 5 figli si pose anche lui difronte al plotone di esecuzione gridando agli invasori nazisti: "O tutti vivi o tutti morti", riuscendo a fermare un eccidio giù iniziato e probabilmente salvando così un intero borgo dalla fucilazione.
Mi piacerebbe fosse ricordato forse qualche articolo dell'informazione locale e se fosse possibile
magari coinvolgere anche i sindaci di Rio e Portoferraio in una qualche iniziativa per ricordare questo loro meritevole elbano.
Rocco Zoccoli
NDR
La vicenda è narrata in un articolo che puà essere integralmente consultato su:
https://2017.gonews.it/2014/06/16/anniversario-delleccidio-di-amerigo-bai-e-quirino-salvadori-il-ricordo-nella-frazione-di-castiglioncello-del-trinoro/
per la possibilità di pubblicazione del quale ringraziamo i colleghi di Gonews.it
Il ricordo a Sarteano dell'anniversario di Bai Amerigo e Quirino Salvadori "O tutti vivi, o tutti morti", con queste parole, contenute in una pagina inedita del diario del 1944 di Don Enrico Bellucci, parroco di Castiglioncello del Trinoro, Giuseppe Cecchini si rivolse agli ufficiali nazisti cercando di salvare un intero borgo, dalla rappresaglia tedesca e dal possibile eccidio. La fucilazione fu fermata per miracolo, ma due innocenti, Amerigo Bai e Quirino Salvadori, persero comunque la vita in quella terribile giornata di settant’anni fa, sotto i colpi dei fucili nazisti. Alla vigilia di questo avvenimento, si è svolta oggi, domenica 15 giugno, presso lo splendido borgo affacciato sulla Val d’Orcia, proprio in piazza 16 giugno (intitolata così proprio per la drammatica giornata vissuta allora) una toccante cerimonia organizzata dall'amministrazione comunale di Sarteano, in collaborazione con la locale sezione Anpi, e che ha visto la partecipazione delle associazioni Sarteano Viva, dell’associazione sportiva Serena Mancini – ASD e il prezioso contributo della contrada di Sant’Andrea. Il ricordo a Sarteano dell'anniversario di Bai Amerigo e Quirino Salvadori "Una giornata vera, emozionante oltre la retorica – commenta il vice sindaco Mauro Crociani, che ha consegnato le targhe alle famiglie protagoniste dell’espisodio - ; un vero ponte tra la storia e le nuove generazioni". Il ricordo a Sarteano dell'anniversario di Bai Amerigo e Quirino Salvadori Alla celebrazione hanno partecipato oltre al vice Sindaco, Mauro Crociani, e al presidente Anpi di Sarteano, Mirco Del Buono, anche i familiari dei protagonisti di quella triste vicenda. Si sono quindi ritrovati con qualche ruga in più sul volto e molta commozione Dino Salvadori e Vilmano Cecchini, figli rispettivamente di Quirino Salvadori, una delle vittime, e Giuseppe Cecchini, il soldato italiano che eroicamente si fece interprete per fermare l’eccidio assieme al parroco Don Enrico. La loro è una vicenda da “Libro cuore”. Bambini all'epoca dei fatti, e messi spalle al muro assieme a tutti gli abitanti di Castiglioncello in attesa della fucilazione che fortunatamente non avvenne, si sono rincontrati solo lo scorso anno a distanza di 69 anni dai fatti. Da lì è nata l’idea da parte dell’amministrazione comunale di Sarteano, di commemorare ufficialmente, per il settantesimo della liberazione di Sarteano, quella ricorrenza. “Era doveroso – dice Mirco Del Buono, consigliere comunale e presidente Anpi - organizzare una giornata come questa. La memoria non è una perdita di tempo ma è una pianta delicata che necessità di cure e attenzioni continuamente. L’anniversario di questo triste avvenimento non poteva che essere ricordato assieme alle famiglie”. (...)
(Nelle immagini Giuseppe Cecchini in una foto con la sua famiglia e la lapide posta a Castiglioncello sul trinoro a ricordo della vicenda)