Nel vangelo di oggi, che racconta l'esperienza dell'incontro dei discepoli con il Risorto, per tre volte Gesù dice “Pace a voi!”. Questo dire è un dare la pace che è legata al dono dello Spirito che perdona.
Per il cristianesimo, Pace è il nome stesso di Dio, “Cristo è la nostra pace” che abbatte i muri di separazione e riconcilia (Paolo). Lo shalom biblico, tradotto con pace, indica la pienezza di vita e di comunione, la somma di tutti i beni messianici. Shalom non si oppone a milkamah (guerra) ma a khamas (violenza). Scrive, infatti, il biblista Enzo Bianchi: “La guerra è la minaccia e il pericolo più grande e manifesto per la pace, ma ve ne sono altri analoghi e tutti possono convergere nell'espressione khamas, indicante la violenza essenziale, radicata nel cuore dell'uomo e capace di ferire l'ordine delle relazioni intraumane, tra l'uomo e le cose, il creato tutto, tra l'umanità e Dio”.
La risurrezione di Gesù di Nazareth attesta che la via della nonviolenza (opposizione attiva alla violenza con il bene, la verità, la giustizia, l'amore per i nemici e il perdono incondizionato) non porta alla morte.
Il cristiano sa che la via per seguire il Cristo, uomo perfetto, è la Beatitudine, la via della croce a cui è sottoposto dai poteri che non vogliono servire l'uomo ma asservirlo per volontà di potenza e di possesso. I poteri, economici politici religiosi culturali, non sopportano di essere messi in discussione in nome dell'Uomo, della dignità di tutto l'uomo e di tutti gli uomini.
Ma il cristiano sa anche che poteri analoghi sono presenti dentro di sé e che la forza della risurrezione di Cristo, se accolta nell'interiorità, li disturba e contrasta, aprendo le infinite potenzialità (virtù) che sono dentro ciascuno. Così, l'uomo inautentico (esteriore) si frantuma nell'apertura alla forza inarrestabile dell'amore universale.
Tutto questo è indicato con il termine “conversione”, cioè cambiamento di mentalità o, meglio, di modo di vedere. Non a caso la “luce” è uno dei più importanti simboli spirituali.
Conta molto la fede in questa trasformazione che opera nel mondo e trova visibilità in esperienze che travalicano i confini di una singola religione o cultura. Quello attuale è tempo di cambiamento di epoca (i cui segni di morte sono ormai evidenti) che è gravido di forme nuove e il cui travaglio è in corso.
Con questa fede, nelle avversità della vita e della storia, il credente gioisce e cammina cantando.
Proprio come fu l'esperienza dei primi discepoli che, incontrando il Risorto, sentono la propria speranza purificata dalle false attese e fortemente rafforzata. Così. tutto ricominciava, e in modo nuovo e più profondo: con la forza stessa del Dio che è in-con-per l'uomo, lo Spirito, diventano testimoni di lui, coraggiosi annunciatori della Parola di vita che vince la morte e il male.
Beati noi che, pur senza aver visto come accaduto ai discepoli, crediamo nella potenza dell'amore e rispondiamo facendoci costruttori della pace secondo Cristo, riconciliando ciò che è diviso e diverso.
Questo è l' orizzonte per la responsabile del personale lavoro di discernimento nella storia.
(24 aprile 2022 – 2 Domenica di Pasqua)
PS - La nona beatitudine: “Beati voi, quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi, per causa mia. Gioite ed esultate, (…); così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi” (Mt 5,11-12).
Nunzio Marotti
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