Cristo è venuto a portare il fuoco sulla terra, dice il vangelo di oggi. E' il fuoco del rinnovamento, perpetuamente vivo. E' lo Spirito d'Amore che è presente ovunque e che opera attraverso coloro che si aprono alla sua azione. E' un fuoco che sconvolge tutti quegli ordini costituiti dagli uomini che sono basati su elementi che contrastano con la realtà dell'amore e, quindi, della promozione della vita e della fraternità degli uomini. E' per questo che il Cristo, Principe della Pace, scompiglia ogni pace umana che, come la pax romana, si fonda sull'oppressione dell'uomo a vantaggio di pochi, sull'economia di morte, la privatizzazione dei beni comuni e la loro distruzione .
Le forme che il Cristianesimo ha assunto nella sua storia bimillenaria fanno continuamente i conti con questa riserva critica interna. Così le forme si superano in nuove forme che, affiorando carsicamente, fanno emergere la forza dell'annuncio evangelico. Quando la forma storica rifiuta di “aggiornarsi” è perché c'è la difesa di posizioni di potere, l'arroccamento, anche in buona fede, in nome della tutela della fede cristiana. La denuncia del potere come corruzione e decadenza all'interno delle chiese, quando nasce dal fuoco dell'amore e si esprime con lo stile del Maestro, è coerente con l'annuncio evangelico.
In ogni tempo i seguaci di Cristo sono tentati dalla mondanizzazione, cioè dal pensare alla maniera degli uomini e non del Dio di Gesù, Dio di amore, giustizia e misericordia. L'adeguarsi ai criteri mondani porta gli uomini religiosi a farsi garanti dell'ordine (iniquo) di questo mondo.
La lotta fra la via evangelica e quella del mondo avviene dentro l'uomo. E' ciò che la tradizione chiama “combattimento spirituale”. La vera non-pace è la guerra (divisione per la decisione) dentro di ognuno di noi che, poi, si riflette all'esterno. E' la guerra fra l'amore fraterno e l'egoismo, fra il disarmarsi e l'armarsi, fra l'essere se stesso e mascherarsi da superuomo, tanto autoreferenziale da considerarsi il dio al centro dell'universo. Ma è anche la lotta interiore fra la speranza e la disperazione, fra il coraggio e la rassegnazione. In questa interiorità, nella coscienza umana, entra (è presente) il fuoco di Gesù, forza di trasformazione. “Il fuoco di cui Gesù parla è il fuoco dello Spirito Santo, presenza viva e operante in noi dal giorno del nostro Battesimo. Esso – il fuoco - è una forza creatrice che purifica e rinnova, brucia ogni umana miseria, ogni egoismo, ogni peccato, ci trasforma dal di dentro, ci rigenera e ci rende capaci di amare. Gesù desidera che lo Spirito Santo divampi come fuoco nel nostro cuore, perché è solo partendo dal cuore che l’incendio dell’amore divino potrà svilupparsi e far progredire il Regno di Dio. Non parte dalla testa, parte dal cuore. E per questo Gesù vuole che il fuoco entri nel nostro cuore. Se ci apriamo completamente all’azione di questo fuoco che è lo Spirito Santo, Egli ci donerà l’audacia e il fervore per annunciare a tutti Gesù e il suo consolante messaggio di misericordia e di salvezza, navigando in mare aperto, senza paure.” (Francesco, 14 agosto 2016).
E nella libertà umana si gioca il destino della persona, delle chiese e del mondo.
(14 agosto 2022 – XX Domenica Tempo Ordinario)
Nunzio Marotti
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