Nella relazione al granduca di Toscana sullo stato dell’abbondanza di Portoferraio, Vincenzo degli Alberti aggiunge alcune osservazioni alle spese per rendere più efficiente il metodo dell’amministrazione in modo da ridurre l’aggravio di spesa a carico dell’azienda facilitando così i profitti.
Dopo la lettura dei libri contabili aveva distinto le spese in intrinseche ed estrinseche.
Le prime sono quelle relative alle funzioni istituzionali, le seconde alle spese che erano state addossate al negozio dell’Abbondanza.
Le osservazioni alle spese intrinseche sono quelle fatte per i deputati alle porte e alle franchigie per l’introduzione in città del grano a privilegiati i quali sono: il governatore, due abbondanzieri e gli anziani del semestre di seggio della magistratura comunitativa.
Le osservazioni alla spese estrinseche sono quelle relative sostenute per il mantenimento dei padri della chiesa e convento di San Francesco di Portoferraio, la chiesa parrocchiale (il duomo), il maestro di scuola, i medici e chirurghi, spese di sanità, ripuliture di strade.
Di particolare interesse è il capitolo intitolato “altre osservazioni economiche” dove Vincenzo degli Alberti parlando del peso del pane (cioè il prezzo del peso della farina usata per fare il pane “fine del quale si servono le persone più comode” e “venale che serve per nutrire i poveri”), e del prezzo delle vagliature (cioè del prezzo del controllo di ogni sacco di farina), fa osservazioni tese ad incrementare i profitti del negozio dell’Abbondanza.
Gli argomenti trattati rendono conto e fanno capire quanto fosse grande ed importante il ruolo che il negozio dell’Abbondanza aveva assunto alla fine del settecento nella vita quotidiana di Portoferraio.
Così scrive Vincenzo degli Alberti:
“Osservazioni
I profitti che sono stati fatti in passato dall’Abbondanza hanno dato luogo in diversi tempi a facilitare nelle spese estrinseche et ad aggravarla di molte spese comunitative che ora veramente sono ridotte ad peso assai forte.
Alle spese estrinseche dei deputati delle porte
Respetto alle spese estrinseche l’abbondanza paga lire 744 l’anno ai due deputati delle porte di Terra e di Mare che non sembrano niente utili all’abbondanza e rispetto al governo avendo le porte un corpo di guardia di soldati che possono rendere eseguiti gl’ordini del governo predetto.
Franchige per l’introduzione del grano a privilegiati
Nel regolamento del 29 ottobre 1739 fu accordata la facoltà di introdurre per il proprio consumo sacca 36 di grano al governo, 24 ai due abbondanzieri,36 ai tre anziani ogni semestre.
Nel 6 luglio 1742 fu con novo regolamento prescritto che li sopradetti privilegiati non potessero più introdurre le suddette sacca di grano ma che dovessero comprare o la farina o il pane dall’Abbondanza la quale avrebbe fatto buone ai suddetti privilegiati lire 6.5 il sacco.
Susseguentemente una simil grazia è stata in diversi tempi accordata di sacca 24 al Camarlingo, 24 all’Auditore, 24 al maggiore di Piazza sicchè questa grazia dell’introduzione del grano estesa a tutti i sopradescritti ministri valutata secondo il regolamento del 1742 produce l’annua spesa di lire 1423 aggravio che a poco a poco è divenuto maggiore e che può dirsi ancora ( ) mentre l’abbondanza nella farina e pane che vende ora ai sopradetti privilegiati non puole nei tempi ancora i più fortunati lucrare le lire 6.5 il sacco che paga ai medesimi.
Osservazioni alle spese estrinseche
Rispetto alle spese comunitative ascendenti a lire 12266.10 in queste pure pare che abbino dato motivo d’aumentarle i profitti che in alcuni anni ha fatti l’Abbondanza.
PP di San Francesco
L’istituzione più antica di dette spese è sicuramente quella che si fa per il mantenimento dei religiosi di San Francesco e della loro chiesa come si osserva nella relazione generale e non pare che vi sia luogo a riformarla dal piede presente che è di lire 300 a lire 3500 l’anno.
Chiesa Parrocchiale
Sulle spese della chiesa parrocchiale che si calcolano ad anno comune 800 a lire 850 non pare che per ora vi sia molto da riformare quando non si trovasse il modo di provedere l’arciprete di una congrua sufficiente colla quale potesse decentemente mantenersi e supplire in parte alle spese della chiesa e del cappellano. Le spese che potrebbe essere di una più pronta riforma pare che possino essere quelle del maestro di scuola ,dei due medici e dei due chirurghi.
Maestro di scuola
Il primo maestro di scuola ritira dall’Abbondanza lire 840 et ad esso paga la comunità lire 48 l’anno per la pigione di casa. Detta comunità paga ancora lire 252 ad un secondo maestro. Sicchè in una popolazione di n 3000 persone la maggior parte sono povera gente, sembrano o troppi due maestri o troppo ben pagati mentre il numero delli scolari è assai ristretto.
Medici e chirurghi
L’istessa riflessione è applicabile ai due medici e chirurghi tanto più che tutta la popolazione di Portoferraio è ristretta nella sola città onde con poco incomodo et in breve tempo si possono visitare più malati.
Spese di sanità
Pare che possino essere suscettibili di qualche maggiore economia le spese di sanità relativamente al mantenimento delle stanze ove si dà pratica ai bastimenti potendosi incaricare del resarcimento almeno della stanze vetriate per il capitano del porto che ritira i profitti senza alcun aggravio.
Ripuliture di strade
Le spese per le ripuliture delle strade ascendono a lire 288 ma quando per tal lavoro si prendessero due forzati a croazie 4 il giorno si potrebbe fare un risparmio di lire 166 l’anno e sicuramente si otterrebbe miglior effetto che dal cottimante.
Quando sieno approvate queste riflessioni economiche potranno le medesime parteciparsi al Magistrato dei Nove perché secondo l’opportunità le proponga al conservatore di finanze per farle approvare tanto più che potranno ancora farsi delle riforme allorchè doveranno rinnovarsi alcuni ministri dell’Abbondanza essendo molto naturale che i concorrenti si adattino a provvisioni minori di quelle attuali.
E quando in questo articolo poco et ancora nulla si risparmiasse si otterrà sempre l’intento di non accrescere così facilmente le provvisioni e le spese comunitative nella fiducia dei profitti dell’Abbondanza.
Altre osservazioni economiche
Passando alle spese intrinseche et estrinseche dell’Abbondanza a riflettere sopra i mezzi di rendere lo stato della medesima più comodo et proficuo si esporranno qui brevemente alcune osservazioni che sono state fatte sul luogo et in seguito si accenneranno alcune proposizioni che sono state fatte dall’istessi abbondanzieri sopra le quali umilieranno le loro suppliche a S.A.R.
Peso del Pane
Nel 1718 quando l’Abbondanza era diretta al Senatore Soprassindaco di Firenze che ne era il soprintendente fu formata una scala del peso che doveva farsi il pane venale in Portoferraio a proporzione del prezzo della farina e fu ordinato che il pan fine si facesse del peso che di tempo in tempo sarebbe stato fatto in Livorno. Questo provvedimento rispetto al pan venale quasi sempre è stato osservato e solo l’Abbondanza ha scapitato quando ha creduto di dover vendere le farine a prezzo minore di quello che gli costavano:il pregiudizio è stato sopra il pane fine che dal 1763 in poi si è tenuto in peso maggiore di quello di Livorno ove attualmente il pan fine si fa di () 23.1/3 la piccia et in Portoferraio si continuava a fare di ( ) 28; sicchè l’Abbondanza scapita e nel prezzo della farina e nel peso del pan fine. Di più la cottura che viene prescritta al Ministro dei forni rispetto al pane venale e pan fino cagiona ancora della perdita come il tutto si osserva nel foglio n 8. Onde pare necessario che sia prescritto di non alterare gli ordini già dati sopra un tal articolo tanto più che se l’Abbondanza deve scapitare deve farlo nel pane venale che serve per nutrire i poveri e non sopra il pane fine del quale si servono le persone le più comode.
Prezzo delle vagliature
Si è osservato poi che tutte le vagliature ogn’anno si vendono lire 1 il sacco o sia caso o a buon prezzo il grano quando potrebbero comunemente vendersi lire 2 a 2 e ½ e fino a lire 3 .Dette vagliature un anno per l’altro ascenderanno a sacca 200 onde su queste potrebbe farsi un profitto di lire 100 a 150 l’anno quando si ordini che sieno vendute o a proporzione del prezzo dei grani o a maggiori offerenti”.
(Quattro carte senza numero di pagina della memoria n 12 del Manoscritto Vincenzo degli Alberti. Biblioteca comune Portoferraio)
Marcello Camici
Nella foto - Osservazioni alle spese dell’abbondanza. Manoscritto Vincenzo degli Alberti. Carta senza numero di pagina. Biblioteca comune Portoferraio.