L’edificio che oggi vediamo e conosciamo come “complesso culturale De Laugier“ nel centro storico di Portoferraio (FOTO 1) è tra i più antichi della città. Costruito negli anni della fondazione, (seconda metà del sec. XVI) voluto da Cosimo I de’ Medici anche per far fronte alle difficoltà e ai disagi dei primi abitatori.
Giorgio Spini (storico 1916-2006) esprime molto bene queste difficoltà che ebbero a patire i fondatori di Portoferraio ”…per costruire Cosmopoli-Portoferraio nel 1548 vengono impiegati soldati delle bande,guastatori e un certo numero di forzati. E il carteggio del commissario alle bande, Girolamo degli Albizi, con Cosimo I documenta le condizioni durissime in cui questi campagnoli sbarcati nell’isola d’Elba costruirono la nuova città: dormivano all’addiaccio, bevevano acqua guasta e quindi si ammalavano a decine al giorno o morivano addirittura. Ancora diversi anni dopo, le malattie continuavano ad imperversare, mentre l’unico speziale (medico ndscr.) che si era fatto venire a Portoferraio, nel 1551, voleva andarsene perché non guadagnava nulla e affermava che i ”comandati e i muratori non ànno bisogno di cose spetiali, se bene ci è delli ammalati, si dà loro panboliti e chastrati e non si medichano per non ci essere medichi, mancho s’adopera cera a sotterralli per trovarci senza prete”
(“Cosimo I de Medici. Lettere”. G Spini. Vallecchi Editore. 1940)
Dunque nel 1548 coloro che erano stati comandati a lavorare per costruire le mura di Cosmopoli avevano bisogno di viveri (panboliti e chastarati) e non tanto di medicinali (cose spetiali) sebbene ci fossero degli ammalati che non si medicano perché non ci sono medici e neppure ci si adopera per sotterrarli perché non c’è prete. A queste difficoltà va aggiunta quella del rischio continuo di incursioni dei musulmani.
L’assistenza materiale e spirituale a tutti coloro che negli anni della fondazione si erano trasferiti comandati a vivere sull’isola per lavorare a costruire Cosmopoli era pertanto di primaria importanza. Lo comprese subito il duca Cosimo. All’assistenza sia materiale (sanitaria e non) che spirituale (religiosa) pose immediatamente mano. Nel 1549, appena un anno dopo l’inizio della fabbriche dove si lavorava alle fortificazioni militari, fu edificata la Pieve nella piazza d’arme .Fu intitolata alla natività della SS Vergine. Oggi è comunemente conosciuta come Duomo.
Nel 1551,appena tre anni dopo i primi passi della fondazione sorse la confraternita del Corpus Domini, pia istituzione sull’esempio di quella fiorentina, che svolgeva opera assistenziale e di conforto ai poveri, agli orfani e agli ammalati “ove il principe fece venire due scelti uomini per insegnare a secolari il modo di uffiziare le Confraternite e per cappellano della medesima vuolse venisse un padre di San Francesco”.
(Cfr. pg 200 di “Zibaldone di memorie” Vincenzo Coresi del Bruno. Manoscritto 1729. Dattiloscritto conservato nella biblioteca comunale di Portoferraio copia dell’originale conservato nella biblioteca Marucellina di Firenze)
La scelta di inviare un francescano per cappellano della nascente confraternita del Corpus Domini in Portoferraio non fu presa a caso dal duca Cosimo. I Padri dell’Ordine Francescano erano particolarmente dediti all’assistenza degli infermi ed era in mente del duca inviarli a Cosmopoli. Questo avvenne di lì a pochi anni dall’atto di fondazione avvenuta 1548. Accadde dopo dieci anni, nel 1558, quando il Duca Cosimo ordinò al Camerini di costruire chiesa intitolata al SS Salvatore con annesso convento dei frati di S. Francesco, indicando anche la sede dove doveva sorgere la fabbrica.
Lo scrive il Camerini in una lettera al duca ”S’è dato principio al monasterio dè frati di Santo Francesco come Quella mi comisse e si va cavando i fondamenti in quella parte che comisse e penso infra 15 giorni che si comincerà a dar principio a fondare e si farà colle solite cerimonie che s’usano“.
(Ottobre 1558 lettera del Camerini a Cosimo. Mediceo del Principato, 473° c. 739. Archivio di stato di Firenze)
Il sito delle fondamenta della fabbrica del convento fu scelto dal duca in luogo sopraelevato e al centro del tessuto urbanistico che si andava creando, forse perché era sua intenzione che fosse rapidamente raggiunto dagli abitanti di Cosmopoli sia da quelli che abitavano verso il fronte di mare(levante) sia per quelli che abitavano il fronte di attacco (ponente).
Fu qui che pensò di porre la sede dei cavalieri di S Stefano poi trasferita a Pisa.
Fu qui che concedendo gli statuti alla comunità di Cosmopoli permise che il convento fosse la sede dove a suon di campana si riunivano i capofamiglia per la riunione del consiglio generale della magistratura comunitativa di Portoferraio.
Amelio Fara descrive in dettaglio, attraverso la citazione continua del richiamo di documenti di archivio, lo sviluppo della fabbrica della chiesa e del convento dei frati di S. Francesco iniziata nell’ottobre del 1558 “…I primi di novembre mancano pochi giorni al termine dello scavo dei fondamenti.In dicembre ha avuto luogo una cerimonia: la mattina di Santo Andrea si cantò la messa solenne nel luogo proprio dove à d essere l’altre della chiesa di Santo Francesco. Nel settembre 1559 si lavora al tetto del dormitorio dei frati, nel gennaio del 1560 alle camere e alla cucina, ma il refettorio non ha ancora il tetto e Camerini invia a Cosimo un disegno di quanto si è fatto e di quanto si deve ancora fare. I lavori continuano nel mese di marzo. In luglio il Camerini trasmette a Cosimo la lista delle pietre da cavarsi alla Golfolina per il convento di Portoferraio. Nell’prile del 1561 sorgono pareri contrastanti tra il commissario delle galere e quello della terra circa il mettere l’oriuolo nella Biscotteria o nel convento. Camerini, pur ritenendo quale sede più conveniente il convento,chiede consiglio a Cosimo,il quale opta infine per il convento dei frati. Nel maggio si lavora alle stanze della foresteria e si sta per mettere in opera l’orologio. Nell’ottobre del 1562 si lavora ancora alla chiesa dei frati e alla cisterna …”
(Cfr pg 17 e 18 di “Portoferraio. Architettura urbanistica 1548-1877”A. Fara Torino. 1997)
Ancora Amelio Fara, partendo dall’analisi sia di una schematica pianta di inizio settecento che da un importante rilievo francese del 1806,così descrive tutto il complesso di chiesa e monastero di S.Francesco “…La chiesa ha una facciata di estrema semplicità, con la porta sovrastata da una finestra circolare. Vi è addossato da un lato il convento dei frati, che si articola nel piano terreno e nel piano primo. La facciata del convento ha la porta non in asse col cortile retrostante, nel quale i capitelli dei pilastri e i peducci sono simili a quelli del duomo e della rampa di accesso alla fortezza della Stella …al di sotto del cortile vi sono ambienti voltati che interagiscono con la cisterna, funzionante in un sistema a serbatoio centrale e cisternini. La cisterna è un capolavoro di tecnica idraulica applicata alle costruzioni. Camerini, come ogni ingegnere militare. È in possesso di una raffinata cultura idraulica ,al contatto della quale si formerà nientemeno che il Buontalenti. La tecnica camerinesca della costruzione delle cisterne avrà una larga applicazione a Portoferraio nel settecento e nel periodo napoleonico..”
(Cfr. pg 18-19 di “Portoferraio. Architettura urbanistica 1548-1877”. Idem come sopra)
La chiesa aveva un campanile visibile nel particolare del quadro “Veduta di Portoferraio“ (VEDI FOTO N 2) dove si evidenzia anche la sua collocazione: nella parte posteriore del tetto. Era il campanile dal quale a suon di campana doveva riunirsi nel convento il consiglio generale della magistratura comunitativa
Sulla cisterna del chiostro del convento di S Francesco in Portoferraio, capolavoro di ingegneristica idraulica del Camerini, un sistema a serbatoio centrale e cisternini, rimando a ciò che ho già scritto in merito al suo funzionamento. Nel 1574 nel censimento della popolazione di Cosmopoli eseguito dal commissario Vincenzo del Benino si viene a sapere come gli abitanti chiamavano comunemente chiesa e convento: “la chiesa de’ frati“.
Marcello Camici
Foto di copertina - PORTOFERRAIO. Facciata del “Complesso De Laugier” con piazzale antistante che fa da tetto al complesso chiamato “Forni e magazzini di S. Francesco” questo ultimo edificato nei primi anni dell’ottocento dal genio militare francese.
Sulla sinistra è ancora oggi evidente il tetto a spiovente dell’antica chiesa del SS. Salvatore,chiesa di rango granducale voluta da Cosimo I de Medici.
Al centro e a destra il convento dei frati francescani.
Tutto il “Complesso De Laugier “odierno deriva dalla ristrutturazione eseguita nel secolo scorso sulle rovine di ciò che restava della caserma militare dopo il secondo conflitto bellico mondiale,caserma militare in cui erano stati trasformati, nei primi anni dell’ottocento, chiesa del SS Salvatore con annesso convento dei frati francescani.
Foto 2 - PARTICOLARE di “Veduta di Portoferraio “primi anni del settecento. Anonimo. Olio su tela.
Fondazione Agnelli. Torino. E’ visibile sulla sinistra la facciata della chiesa con la porta d’ingresso sovrastata da una finestra circolare e il tetto col campanile a destra il convento. Dietro, quattro mulini a vento sul bastione omonimo.