Alessandro Allori, nato a Portoferraio, lancia il suo nuovo romanzo, "La gabbia di Azulejos", disponibile dal 9 dicembre su Amazon in formato cartaceo e già acquistabile in e-book, il libro è inoltre disponibile presso la libreria Mardilibri di Portoferraio.
Il romanzo è ambientato a Lisbona, città dove l’autore ha vissuto dal 2015 al 2023. Protagonista della storia è Luca Sivieri, un giovane italiano che affronta una profonda crisi esistenziale lavorando in un call center. Grazie a uno psicologo portoghese e alla lettura di un misterioso romanzo locale, Luca intraprende un viaggio interiore che si intreccia con il fascino e le contraddizioni di Lisbona. Il libro esplora temi come l’alienazione, il turismo di massa, la gentrificazione e la storia del Portogallo, arricchendo la narrazione con elementi di mistero e introspezione.
Alessandro Allori, classe 1977, laureato in Scienze Politiche all’Università di Firenze, ha già pubblicato altri romanzi, tra cui "Tracce di vita su Marte" e "Il vicino di Napoleone". Dopo quasi un decennio trascorso in Portogallo, è recentemente tornato in Italia, portando con sé l’ispirazione per questo romanzo che è un tributo al legame speciale con Lisbona.
"La gabbia di Azulejos" è un'opera che cattura il lettore grazie al suo intreccio avvincente e all’ambientazione unica. Un viaggio nell’anima di una città che seduce e trattiene chi la vive.
IV di copertina
"Gli ultimi due anni della mia vita sono stati appesi a un sì o a un no. Lei non ci crederà, ma è così: a un sì o a un no, ovvero soddisfatto o insoddisfatto."
Furono queste le prime parole che Luca Sivieri rivolse al suo psicologo portoghese, Nuno Pinto, durante la loro prima seduta. Un esordio che rivelava il tormento che da tempo lo consumava: perché continuava a vivere a Lisbona, nonostante il lavoro in uno dei tanti call center della città gli logorasse l’anima, lasciandolo preda di stress e ansia? Nuno Pinto si dimostrò più perspicace e incisivo del previsto. Con domande mirate, lo spinse a riflettere a fondo sulla sua vita. Parallelamente, Luca intraprese la lettura di un romanzo portoghese, La signora di Alfama, scritto da Diogo Martins, un autore scomparso misteriosamente anni prima, in un caso archiviato dalla polizia come probabile suicidio. Quelle pagine ingiallite lo catturarono, portandolo a scorgere somiglianze inquietanti con la sua vita e a rintracciare indizi che avrebbero potuto svelare il destino dello scrittore. Quella che iniziava come una cronaca di ordinaria alienazione nei call center portoghesi si trasformò presto in un noir avvincente, intrecciato a un ritratto vivido della storia del Portogallo, dalla Rivoluzione dei Garofani alle sfide contemporanee del turismo di massa e della gentrificazione.
È anche una riflessione sullo spirito complesso e avvolgente di Lisbona, una città capace di accogliere tutti, ma altrettanto abile nel tenere le persone legate a sé, come se fosse impossibile lasciarla davvero.