Caro Sergio, mio esuberante compagno di scuola nei lontani, ahime', anni 60. Ti ringrazio della tua risposta avvampirita come e' nel tuo stile. Va bene cosi', ti ho stuzzicato e non mi lamento dell'esito, ma permettimi di farti notare che la mia, in termini evidentemente scherzosi, era soltanto l'esternazione della sensazione provata da miei amici, di quelli che levano il fumo alle schiacciate, il Dr. Alberto Poletti di Parma viscerale amante dell'Elba e del suo arcipelago e Piero Comanducci di Arezzo, famoso per i suoi filmati di Rallies e per le sue ricerche cinematografiche in Toscana e nel mondo, altro innamorato perso della nostra isola.
C'era anche l'immancabile signora tacco 12, la moglie di Alberto, che pero' all'occorrenza calzava scarpe da Treking e si e' spolmonata sui sentieri dell'Isola.
Prima di esternare il mio dubbio, senza la saccenza che tu mi rimproveri, ho chiesto all'amico Prof. Marcello Camici, grande conoscitore di Montecristo e della sua storia, una sua spiegazione di quanto percepito dai miei amici e ne ho avuto una preoccupante conferma, anche per Marcello la percezione di assenza di vita sull'isola e' stata palpabile. Chiaramente il paradosso del confronto con Mururoa e' stato da me voluto, Montecristo dovrebbe essere, e certamente lo è, un paradiso ecologico con Berte e quant'altro, l'altra, Mururoa è stata devastata dagli esperimenti nucleari francesi. Di scie chimiche non ne ho parlato, lo hai fatto tu, io sull'argomento sono scettico almeno quanto te. Sono contento di aver provocato questo interessante, quasi giocoso, confronto, dove vengo trattato da "fava lessa", no problem, se a farlo e' un vecchio amico come te, sicuramente in buona fede. Alla prossima! ti saluto con stima.
Massimo Puccini
Caro Massimo
I tuoi amici leveranno pure il fumo alle schiaccine (“schiacciate” è un po’ foresto), e non mi sogno di mettere in dubbio le loro competenze, in ambiti però un pelo diversi (tassonomia e motorismo mi paiono poco mixabili) di quello di che trattasi.
Ma su una questione “seria” come l’habitat di Montecristo ed una valutazione della biodiversità presente, specie se ne discende una valutazione dei gestori, l’affidabilità scientifica delle tue fonti, è pari a quella che può avere un rapporto steso dai partecipanti ad una gita parrocchiale.
Il Prof. Camici sarà poi un illustre docente di scienze mediche, un bravo clinico, nonché un onesto cultore, per diletto, della storia di Montecristo, ma non mi risulta disponga di conoscenze specifiche floro-faunistiche, non è un biologo-marino, non è uno zoologo, non è un entomologo; la sua “grande conoscenza” è quindi come quella di molti di noi, giustamente circoscritta e applicata.
Per restare tra ferajesi avresti magari potuto avere più concreti lumi (così evitando di “uscire coi lumini da notte”) rivolgendoti ad esempio alla bravissima Dottoressa Giannini, che per professione, per conto del Parco, s’interessa quotidianamente dello stato di salute naturalistica dei nostri territori insulari.
Comunque, guarda, per buona pace e tranquillità tua, di amici e Camici, basta pazientare qualche ora, visto che proprio in questi giorni, come già abbiamo scritto, un gruppo di specialisti dotati (loro sì) di correlati titoli e competenze, hanno portato a compimento uno studio sulle risorse naturalistiche di Montecristo (e Pianosa), e visto che, appunto domani, gli studiosi renderanno noti i primi risultati del loro lavoro, teso a verificare, tra l’altro, gli effetti della “scia chimica de noantri”, quella derattizzazione, che secondo una serie di pseudo-esperti e Cassandre avrebbe portato Montecristo al disastro ambientale.
Ti anticipo, perché ho avuto qualche soffiata, che le tue preoccupazioni (riflesse) saranno fugate insieme a quelle dei tuoi informatori che evidentemente (in buona fede eh!) hanno preso, ingannati dai fallaci sensi, delle gigantesche cantonate.
Meglio così non credi? Ricambiando la stima
Sergio