“La magistratura è incontrollata, incontrollabile”. E’ incredulo e imbestialito il –si fa per dire- buon’uomo quando esclama queste parole. La scena è quella del processo a Lavitola, Tribunale di Napoli.
Un ometto sta sul banco dei testimoni. Si tratta di un pregiudicato che per vent’anni è sgusciato tra le maglie di numerosi processi, alcuni dei quali ancora in corso. Qualche volta è stato assolto, altre le imputazioni sono cadute per prescrizione. Non a caso quando era Presidente del Consiglio l’ometto aveva legiferato per accorciarne i termini. In un caso, dopo una lunga estenuante battaglia contro un collegio di difesa dotato di risorse economiche pressochè illimitate, i cui membri sono stati ricompensati, in alcuni casi, addirittura con l’elezione in Parlamento, i giudici di primo, secondo e terzo grado ne hanno riconosciuto la colpevolezza in tempo perché almeno una parte dei reati non cadessero in prescrizione. L’ometto si è beccato quattro anni per frode fiscale, è stato cacciato dal Parlamento dove d’altronde non si presentava quasi mai e, nonostante le reiterate contumelie contro i magistrati, trattato dagli stessi con assoluta benevolenza. La condanna, anziché in carcere o ai domiciliari, viene scontata mediante l’affido ai servizi sociali per un servizio di quattro ore settimanali (avete capito bene) presso un centro anziani per un anno.
E torniamo a noi. Convocato quale testimone al processo Lavitola il nostro, infastidito dalle domande del magistrato, ad un certo punto sbotta: - non capisco la necessità di chiedermi certe cose – Evidentemente il teste vorrebbe poter decidere quali domande gli possono essere rivolte e quali no, ma il Presidente della Corte chiarisce l’equivoco: - Non c’è necessità che lei capisca. Lei è un teste e risponde solo alle domande. Funziona così.-
Posto di fronte alla cruda verità l’omino esplode nella frase con la quale abbiamo aperto:
- La magistratura è incontrollata, incontrollabile – Senza rendersi conto che proprio così deve essere, almeno secondo la nostra Costituzione (art. 101 – I giudici sono soggetti soltanto alla legge).
E speriamo che lo rimanga, nei limiti del possibile, incontrollata e incontrollabile, da lui come da chiunque altro.