Un siluro, a prima vista insidioso ma a ben vedere spuntato, è stato lanciato con destinazione referendum dal comitato per il no al comune unico. Forte di un intervento poco meditato del Presidente della I Commissione Affari Istituzionali della Regione, il comitato per il no si affretta ad affermare che i risultati del referendum andranno valutati comune per comune. Sempre secondo il comitato del no, se gli abitanti di uno solo degli otto comuni si esprimessero a maggioranza per il no sancirebbero il diritto alla sopravvivenza di quello stesso comune impedendo così la costituzione del comune unico anche nel caso in cui, a livello territoriale, avessero vinto i si.
Secondo questa logica, affascinante quanto infantile, una scelta democratica non è legittimata dal voto della maggioranza delle persone territorialmente interessate, quanto dal fatto che in tutti i seggi in cui si vota si manifesti una maggioranza univoca, rendendo nulla qualsiasi votazione nella quale, anche in un solo seggio, si manifestasse una maggioranza diversa da quella vincente in tutti gli altri.
Per fare un esempio, è di ieri la notizia che il governo intende abolire, a livello nazionale, un certo numero di province. Se tale provvedimento venisse sottoposto a referendum, secondo la logica sopra espressa, verrebbero abolite solo le province nelle quali i votanti si fossero espressi per il si e non quelle nelle quali gli abitanti si fossero espressi per il no.
Vien da pensare che tale modo di interpretare la democrazia sia il frutto più indigesto lasciatoci sullo stomaco da vent'anni di esasperato campanilismo leghista.
Il Mitile Ignoto