Provo la stessa sensazione che proverei se qualcuno, un giorno, dovesse entrare a casa mia ed iniziasse, a suo modo e secondo i suoi gusti, a ridipingere una parete, a cambiare un mobile, a spostare oggetti, a modificare tutto ciò che, magari per anni e certamente frutto di consuetudini, affetti ed emozioni, avessi in un certo modo disposto.
Così sembra avvenire, da un po’ di tempo, a Marciana Marina, grazie all’apporto di un numero crescente di non-padroni di casa, professori (universitari o liceali, non importa), architetti, tecnici, liberi pensatori o quanti altri ancora, ai quali non sembra importare nulla di ciò che pensano o potrebbero pensare i veri padroni di casa, cioè, banalmente, i marinesi.
Ricordando a caso e solo a titolo di esempio, ecco che, senza un’idea precisa e congruente sulla identità voluta, partecipata ed accettata di un intero paese, spuntare, qua, un orribile pennone tecnologico (immediatamente ribattezzato dagli arguti marinesi “pipiritto” con paragoni annessi) affiancato a romantici lampioni e là una stringa di led lungomare, una Torre intonacata tutta nuova, qua, e un molo-mostro là, un’area di alaggio e varo in piena zona monumentale e balneare, qua, e, là, un insieme di strade parzialmente dipinte di rosso a suggerire l’idea di una pista ciclabile improbabile e senza biciclette.
Verrebbe solo da chiedere : ma qualcuno ha idea di cosa pensino di tutto ciò i veri padroni di casa ?
Quel qualcuno si è mai posto il problema di confrontarsi con loro, di ascoltare il loro parere e di avere il loro lecito “permesso” di entrare e di fare ?
Cosa ci si guadagna a comportarsi diversamente ?
Qualcuno pensa veramente di essere il tenutario insindacabile del paese, della più assoluta libertà d’azione e del (discutibile) buon gusto?
Eppure, in un piccolo paese-salotto come Marciana Marina, le regole ed i comportamenti del vivere insieme, e del vivere insieme il paese, non dovrebbero, volendo, essere troppo difficili.