Il silenzio piombato, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, sull’avvenire di Toremar e soprattutto sul futuro del trasporto marittimo fra l’Elba e il continente ha qualcosa di glaciale, come se un’amnesia profonda e duratura avesse colpito tutti i protagonisti della vicenda, dalla Regione al vincitore della gara dichiarato sconfitto allo sconfitto dichiarato vincitore. Lo stesso Presidente della compagnia, colto a caldo da una sorta di attacco con venature isteriche che lo aveva berlusconianamente portato a rivendicare il diritto di mantenere il controllo della società proprio nel momento in cui il CdS (mica l’ultimo dei minchioni) con sentenza definitiva glielo toglieva, appare ora, cosa non molto usuale, pubblicamente silente.
Silente appare dal canto suo l’Assessore Regionale ai trasporti che (ci si augura) nell’intimità qualche approfondimento avrà cominciato a farlo, silente il Presidente Regionale, forse troppo impegnato a smentire sé stesso sul piano paesaggistico, e a smentire il consigliere piombinese che ha fanciullescamente voluto forzare lo sbracamento regionale sulla tutela del paesaggio come un cementifero ed elettoralmente autoremunerativo liberi tutti, tanto da solleticare i desideri inconfessati dei costruttori bulimici facendo balenare un radioso avvenire di - finalmente! - palazzoni a mare all’uso romagnolo.
Silenti appaiono i sindaci isolani, usi, come la benemerita, ad obbedir tacendo. A chi forse nemmeno lo sanno ma, in attesa di scoprirlo, intanto tacciono.
Pur convenendo che un raccolto silenzio è preferibile alle urlate idiozie che talvolta, anzi con preoccupante frequenza, è dato sentire, nel caso specifico la mancanza totale di informazioni sul divenire della situazione favorisce il nascere di illazioni maliziose. C’è chi ipotizza, ad esempio, che sia in corso una riservata trattativa fra vincitori e vinti con lo scopo dichiarato di arrivare ad una pace proficua per entrambe le parti e soprattutto ad una conclusione preconfezionata del genere “cosa fatta capo ha”. Se così fosse e anche se così non fosse, immaginando, con l’ottimismo della volontà, che l’Ente regionale rappresenti gli interessi dei suoi cittadini e non quello dell’una o dell’altra parte in causa, nel constatare che di tempo per riflettere ne è passato abbastanza non sembra azzardato chiedere di sapere cosa sta succedendo:
- come intende la Regione applicare la sentenza del CdS
- chi e come avrà e chi e perchè non avrà Toremar e garantirà di conseguenza la continuità territoriale e i flussi turistici vitali per l’economia dell’arcipelago,
- se il monopolio attuale rimarrà intoccabile o si intende finalmente cogliere l’occasione per aprire le rotte sul canale ad un minimo di concorrenza anche durante il periodo invernale.